Si scoprono accordi commerciali tra Riyadh e Tel Aviv

Tutto viene fuori dalla rivista ebraica Globes, che ha rivelato la notizia di accordi commerciali segreti tra Arabia Saudita e Israele in vigore da mesi, con il principe ereditario che dalle quinte manovra per questo incremento.

I Saud hanno revocato il divieto di sorvolo, transito, passaggio, circolazione e quindi di sbarco alla popolazione con passaporto israeliano e da allora, sembra, sempre secondo la rivista, che dozzine di uomini d’affari israeliani sono arrivati nel Regno. Sebbene non esista un accordo ufficiale di normalizzazione, gli sforzi sono già in corso tra Riyadh e Tel Aviv.

Secondo la rivista israeliana, le relazioni commerciali saudite-israeliane sono condotte dietro le quinte attraverso società europee ma di matrice israeliana e saudita tramite uomini d’affari e non direttamente con i governi.

La rivista scrive che le tecnologie date ai Saud da aziende israeliane per milioni di dollari, riguardano la tecnologia idrica e agricola.

Già in passato l’ex primo ministro israeliano, Netanyahu, ora indagato per corruzione, era già entrato in Arabia Saudita per recarsi nella città visionaria di MbS: Neom, dove sembra che sia rivolto lo sguardo degli affaristi israeliani.

Nel frattempo, un alto funzionario saudita ha detto alla rivista, senza menzionare il suo nome, che il numero di domande presentate da uomini d’affari sauditi per ottenere visti per entrare in Israele è in aumento, e incontri tra uomini d’affari di entrambe le parti si svolgono negli Emirati Arabi Uniti e in Bahrain.

La rivista scrive tra l’altro che la società guida e che ne sta traendo maggior profitto è quella del genero di Trump, Jared Kushner, dove il fondo patrimoniale saudita ha investito 2 miliardi di dollari, con l’approvazione di bin Salman, per investire in società israeliane in tecnologia avanzata.

Oltre alle partnership economiche emergenti tra Riyadh e Tel Aviv, c’è cooperazione in materia di sicurezza e intelligence, con la relativa vendita dei prodotti israeliani.

Lo scrittore israeliano Danny Zaken, che ha presentato il rapporto Globes, ha concluso: “Per più di vent’anni abbiamo avuto una relazione indiretta con l’Arabia Saudita, ma gli ultimi mesi sono stati un boom senza precedenti”.

Probabilmente le dicerie che davano la sicurezza dei pellegrinaggi e il controllo con relativa schedatura dei pellegrini in mano a non sauditi ma ad esperti del controllo, alla luce di questi fatti, sembra proprio che non erano “solo voci” di corridoio.

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