Leader del BJP indiano bestemmiano contro il profeta Muhammad

Leader del partito al potere del primo ministro indiano Modi, hanno offeso pubblicamente il profeta Muhammad e l’Islam, in alcune interviste televisive pubbliche, questo ha scatenato dapprima l’ira dei musulmani indiano e poi di tutti i musulmani nel mondo, con prese di posizione da parte di molti governi ostili nei confronti dell’India.

I due sconsiderati del BJP sono la portavoce nazionale Nupur Sharma e il direttore dello staff della città di Delhi, Naveen Jindal, che insieme hanno insultato il profeta Muhammad e la moglie Aisha. Una dei due, dopo la protesta ha risposto in maniera a dir poco scioccante: “Ho insultato il Profeta perché qualcuno mi ha riferito che i musulmani hanno parlato male del dio Shiva e io per difesa ho reagito in questo modo”.

Lo spessore dei politici indiani lo si vede anche oltre dagli argomenti che mettono in mostra che spesso terminano in insulti, in quanto quando uno che insulta, specialmente la religione, significa che non ha argomenti da esporre, ma anche dalla risposta che senza dubbio un bambino di 5 anni avrebbe potuto esporre meglio una volta interrogato. Ma, d’altronde, avendo Modi come primo ministro e capo del partito, non ci si può aspettare di meglio.

Il Consiglio saudita degli studiosi ha condannato le vili parole dei due politici di riferimento del BJP, rilasciando ieri una dichiarazione ufficiale di condanna, successivamente tutti gli stati del Golfo hanno seguito tale condanna con spontaneo boicottaggio di tutte le merci indiane nei supermercati, con alcuni, come in Kuwait e Bahrein, che hanno completamente tolto tutti i prodotti made in India dagli scaffali.

In Qatar, Bahrein e Kuwait si sono stati anche licenziamenti di massa di operai indiani indù e rispediti immediatamente al mittente. Lo scontro continua sui social con relativi insulti tra le due parti in causa, col grave rischio di un escalation che già è molto alta in India.

Ufficialmente il Qatar, l’Arabia Saudita e diverse altre nazioni musulmane del Golfo, in più Afghanistan e Pakistan hanno presentato proteste ufficiali contro Nuova Delhi e chiedendo “scuse pubbliche” da parte del primo ministro.

Le cancellerie musulmane hanno richiesto le scuse degli ambasciatori, dicendo nei comunicati, che il Profeta è la linea non oltrepassabile e di non ritorno per le offese al mondo musulmano, che già il BJP di Modi sta minando da quando è al potere con la politica di razzismo e islamofobia nei confronti dei musulmani indiani.

Dimostrazione della inciviltà e non rispetto del BJP, è che Modi non ha preso, almeno sino a ieri sera, alcuna azione contro questi due politici. Non sappiamo cosa si possano inventare, anche perché, Modi aveva inviato in Qatar il suo vicepresidente Venkaiah Naidu, per incrementare lo scambio commerciale con il paese qatariota che si è fatto portavoce della protesta.

Infatti in una dichiarazione, il ministro di Stato del Qatar per gli Affari Esteri Soltan bin Saad Al-Muraikhi, afferma: “Queste osservazioni offensive porterebbero all’incitamento all’odio religioso e offenderebbero più di due miliardi di musulmani in tutto il mondo”. Continua: “Ci aspettiamo scuse pubbliche e una condanna immediata di queste osservazioni da parte del governo indiano”.

L’assistente del ministro degli Esteri del Qatar Lolwah al-Khater ha twittato: “Il discorso islamofobo ha raggiunto livelli pericolosi in un paese noto da tempo per la sua diversità e convivenza. A meno che non venga affrontato ufficialmente e sistematicamente, l’incitamento all’odio sistemico contro l’Islam in India sarà considerato un insulto deliberato contro due miliardi di musulmani”.

Anche il gran mufti dell’Oman ha affermato constatando la “maleducazione oscena” del partito di Modi nei confronti dell’Islam come una forma di guerra. E l’Arabia Saudita afferma che i commenti sono “offensivi” e ha chiesto “rispetto per le credenze e le religioni” mentre l’Iran hanno presentato denunce verso l’India.

Anche l’Organizzazione per la cooperazione islamica (OIC) con sede a Jeddah ha affermato che le osservazioni sono arrivate in un “contesto di intensificazione dell’odio e degli abusi verso l’Islam in India e pratiche sistematiche contro i musulmani”.

Di tutta risposta, il ministero degli Esteri indiano, ha respinto i commenti proprio dell’OIC bollandoli come “ingiustificati e di mentalità ristretta”.

Il Pakistan ha convocato un diplomatico indiano affermando la “forte condanna” di seguito all’intervento del primo ministro Shehbaz Sharif, che ha detto che i commenti sono “offensivi e che l’India di Modi sta calpestando le libertà religiose e perseguitando i musulmani”.

Il governo talebano, invece riferisce che l’India non dovrebbe permettere “a tali fanatici di insultare Islam e provocare i sentimenti dei musulmani”.

Anche AlAzhar AlSharif ha denunciato il comportamento dei funzionari indiani come “una vera azione terroristica che aiuta a spingere il mondo intero a crisi devastanti e guerre sanguinose”. Ha invitato la comunità mondiale “a scongiurare fermamente tali minacce”.

AlAzhar ha confermato che il recente ricorso di alcuni politici per diffamare l’Islam per raccogliere voti di estremisti è un palese appello all’estremismo, alla diffusione dell’odio e alla discordia tra i seguaci delle religioni.

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