In ricordo di Malcom X (1/2)

In un periodo in cui si parla frequentemente di “suprematismo bianco” purtroppo anche per fatti di sangue, emerge per contrasto la memoria di grandi personaggi del “black power” e molti di loro hanno avuto per riferimento l’Islam scoprendola la religione dei loro antenati indebitamente ed ingiustamente ridotti in schiavitù dal “potere bianco”. Potere bianco che con sfumature diverse e meno cruente ha messo in minoranza popolazioni indigene ed immigrati di razze diverse. Prendo lo spunto per questo editoriale per parlare di un grande personaggio che non è noto con il suo nome Musulmano ma con un soprannome, Malcom X, e forse è per questo motivo che ha trovato una collocazione particolare nella recente storia degli Stati Uniti d’America. Anche questa volta attingo a piene mani da una riflessione dell’amico Dr. Musharraf Hussain, rielaborando ed estendendo le sue riflessioni.

Malcolm X avrebbe compiuto 95 anni la scorsa settimana e il suo messaggio è più forte che mai in quest’epoca in cui assistiamo ad una recrudescenza della violenza contro la popolazione di colore della pelle diverso dal bianco. Voglio rendere omaggio a un eroe, che attraverso l’Islam, ha cambiato la sua visione del mondo e ha sperimentato e dato dimostrazione di una maturità religiosa tale da raggiungere il dominio spirituale abbandonando lo pseudo Islam della Nation Of Islam (NOI) ed abbracciando l’Islam ortodosso e sunnita. Si è opposto alle ingiustizie razziali e ha parlato a favore degli oppressi in modo potente ed efficace. Cosa possiamo imparare dalla sua vita? Essere audaci, dire la verità all’autorità, sostenere cause giuste e non essere intimiditi. In che modo l’Islam ha influenzato il suo pensiero, la sua vita? Figlio di un predicatore Battista (cristiano protestante) è divenuto Musulmano Sunnita. Una curiosità, il suo nome Malcom X:  “Fu nel medesimo anno che Little iniziò a firmarsi “Malcolm X”. Storicamente, agli schiavi neri negli Stati Uniti d’America veniva assegnato il cognome dei loro padroni. Sebbene non fosse figlio di schiavi, l’origine del suo cognome di nascita (nato Malcom Little) era riconducibile ai padroni presso cui avevano servito un tempo i suoi antenati. La scelta di “X” come cognome volle dunque rappresentare il rifiuto di accettare questo legame anagrafico con i padroni di un tempo. Inoltre, come dichiarato dallo stesso Malcolm, la “X”, che in matematica rappresenta l’incognita, era atta a indicare la mancata conoscenza del proprio vero nome e delle proprie origini e più in generale delle origini degli afro-americani portati via dalle loro terre natali”. (citazione da wikipedia)

Il suo background

Malcolm X noto anche come Al-Hajj Malik al-Shabazz è uno degli afroamericani più influenti della storia degli Stati Uniti. Nato nel 1925 in Omaha, Nebraska, era un attivista per i diritti umani con una storia difficile di delinquenza e fu proprio nel penitenziario che cominciò ad interessarsi all’Islam predicato dalla Nation Of Islam (NOI). La NOI si autodefiniva una “setta islamica militante”. La sua tesi centrale era che la maggior parte degli schiavi africani erano musulmani prima di venire catturati e che quindi i neri avrebbero dovuto riconvertirsi all’Islam. La NOI era inoltre un gruppo “nazionalista nero”, ossia auspicava la creazione di una nazione nera separata all’interno degli Stati Uniti. Uscito prima della scadenza della pena per “buona condotta” dal carcere Malcom-X entrò subito nel Nation Of Islam che allora contava 500 membri. Grazie al suo grande carisma ed alla sua convinzione Malcom X riuscì a portare ad oltre 30000 gli iscritti della Nation Of Islam. Fra loro un certo Cassius Clay che decise di prendere il nome Muhammad Ali ed ebbe un intenso rapporto con Malcom X. Ma, a causa di divergenze etico morali Malcom X decise di lasciare Nation Of Islam ed abbracciare l’Islam Sunnita recandosi a Jeddah ed a Makkah Mukarramah. Alcuni consideravano Malcom X un uomo divisivo che predicava il razzismo (nero), altri lo celebravano come un grande eroe nero che si opponeva alle ingiustizie razziali dei “bianchi americani”. Tuttavia, dopo la sua morte le persone, sia bianche che nere, commemorano il giorno di Malcolm X in tutto il mondo. Molte città degli Stati Uniti hanno intitolato strade e scuole in suo onore.

Prime esperienze di vita

A causa dell’attivismo per i diritti civili di suo padre (che ricordiamo era un Pastore Battista) la famiglia di Malcolm è stata oggetto di frequenti molestie durante la sua infanzia. Suo padre è stato ucciso per la sua posizione contro le disuguaglianze della società americana e sua madre era così addolorata che ha perso la salute mentale. Malcolm ed i suoi fratelli hanno dovuto vivere in famiglie affidatarie. Quindi, all’inizio Malcolm abbracciò l’ideologia del nazionalismo nero. Ecco come ha espresso le sue opinioni:

“L’obiettivo comune di 22 milioni di afroamericani è il rispetto come esseri umani. … Non potremo mai ottenere i diritti civili in America finché i nostri diritti umani non saranno prima ripristinati. Non saremo mai riconosciuti come cittadini lì finché non saremo riconosciuti per la prima volta come esseri umani. … una volta che anche la miserabile situazione dei 22 milioni di afroamericani sarà portata al livello dei diritti umani, la nostra lotta diventerà una questione internazionale e la preoccupazione diretta di tutti gli altri governi civili. Possiamo quindi portare il governo razzista americano davanti alla Corte mondiale e far smascherare e condannare i razzisti al suo interno come i criminali che sono”.

Malcolm era un oratore carismatico, divenne rapidamente un influente leader della Nation of Islam (NOI), ma dopo dieci anni se ne andò per il comportamento poco morale del presidente Elijah Muhammad Poole. Le esperienze che ha avuto dopo aver lasciato NOI hanno trasformato Malcolm X da un uomo arrabbiato in uno che credeva che una soluzione pacifica fosse la chiave per risolvere i problemi di discriminazione dell’America.

continua

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