Gli Israeliani ammazzano la giornalista Shireen Abu Akleh in Palestina

L’esercito di occupazione dell’apartheid israeliana ha barbaramente ammazzato una giornalista corrispondente per AlJazeera in Palestina nel campo profughi di Jenin.

La giornalista è la veterana Shireen Abu Akleh, di 51 anni, colpita alla testa da un proiettile sparato da qualche assassino in divisa israeliana; con lo stesso infame atto cui siamo abituati da parte di questo infame esercito, è stato ferito gravemente alla schiena Ali AlSamnoudi.

La giornalista è stata uccisa mentre compiva il suo lavoro  mettendo alla luce uno tra i tanti impuniti assalti nei campi profughi palestinesi, nell’intento di sterminare il popolo della Palestina per sostituirlo etnicamente, come ormai siamo abituati da decenni nell’assoluta indifferenza e silenzio dell’occidente complice, assassino e ipocrita nei confronti della questione medio orientale.

L’esercito assassino che si macchia quotidianamente di crimini d’odio e razzismo non è nuovo a queste uccisioni, lo dice anche HRW cui ha accusato il governo israeliano di attuare l’apartheid in Palestina.

“Questo è un evento che deve essere compreso nel contesto di questa pratica sistemica e dell’uccisione di molti altri giornalisti palestinesi; questa è la valutazione che è stata raggiunta dalle organizzazioni per i diritti umani, inclusa la principale organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem”, ha affermato. Omar Shakir.

“Quando vengono riportate notizie di crimini, le forze israeliane dicono regolarmente che indagheranno. La realtà è che non c’è alcuna responsabilità per questo tipo di abusi quando si tratta di azioni delle autorità israeliane”. Continua Shakir, direttore di HRW per Israele e la Palestina.

Infatti il governo che attua l’apartheid ha subito dichiarato che ad ammazzare la giornalista sono stati alcuni miliziani palestinesi, coprendo le proprie responsabilità e scaricandole su altri “non meglio identificati”. Come sempre accade quando questi assassini ammazzano civili.

Governo complice degli assassini, governo sionista che dovrebbe essere sanzionato peggio di come l’occidente corrotto sta facendo ora alla Russia. Ma grazie a chi sta obbligando l’Europa a sprofondare sempre più nell’abisso per avere supremazia territoriale, i sionisti israeliani non vengono mai puniti e sono liberi di fare e compiere ogni violenza inimmaginabile.

La giornalista, come tanti altri, stava compiendo il suo lavoro nel campo profughi di Jenin, in West Bank e, Israele, il Paese più violento, più razzista e più omicida al mondo, per coprire i suoi malvagi crimini, ammazza e arresta senza ragion causa le fonti d’informazione che si interpongono tra le sue azioni violente e chi vuole metterle in luce. Non è la prima volta che ciò accade.

A conferma dell’assassinio il giornalista sopravvissuto, Ali al-Samoudi, ha detto che non c’era presenza di combattenti armati palestinesi sulla scena. Come gli assassini razzisti israeliani vogliono far sapere: “Stavamo per filmare il raid dell’esercito israeliano e all’improvviso ci hanno sparato senza chiederci di andarcene o interrompere le riprese, il primo proiettile ha colpito me e il secondo ha colpito Shireen. L’hanno uccisa a sangue freddo perché sono assassini e sono specializzati nell’uccidere solo il popolo palestinese e, sulla scene del crimine non c’era alcuna resistenza militare palestinese”.

Un’altra giornalista Shatha Hanaysha, che viaggiava nello stesso veicolo di Abu Akleh, ha riferito che l’esercito israeliano “ha sparato per uccidere”. La giornalista riferisce: “Noi indossavamo giubbotti con la scritta ‘STAMPA’ ed elmetti, eravamo quattro giornalisti in una zona esposta dell’attacco. Non ci sono stati scontri o spari con i combattenti palestinesi” afferma Hanaysha.

“L’esercito di occupazione non ha smesso di sparare anche dopo che Shireen è stata colpita ed è caduta, non abbiamo neanche potuto allungare un braccio per tirarla via a causa delle continue raffiche di proiettili nella nostra direzione”.

La giornalista scampata all’assassinio dice: “Noi eravamo in una zona dove avevamo coperte le spalle da un muro, difronte avevamo solo l’esercito di occupazione”.

Parole che inchiodano alla responsabilità dei propri vili atti gli israeliani, ma che come siamo abituati ormai, non verranno mai puniti, nonostante i complici di questi assassini chiedono chiarezza.

Infatti, come a volersi pulire le mani davanti a questo ennesimo assassinio infame, gli Stati Uniti che aiutano Israele in queste azioni di omicidio, hanno chiesto per bocca dell’ambasciatore statunitense in Israele chiarezza e un indagine sull’accaduto. Ma come sappiamo, tutto rimarrà nel dimenticatoio e i sionisti la faranno franca un’altra volta.

La presidenza dell’Autorità Palestinese ha denunciato l’uccisione di Shireen Abu Akleh come una “esecuzione”: “La presidenza ritiene il governo israeliano pienamente responsabile di questo crimine atroce”, si legge in una nota.

La dichiarazione afferma che l’uccisione di Shireen Abu Akleh “fa parte della politica dell’occupazione di prendere di mira i giornalisti per oscurare la verità e commettere crimini in silenzio”.

Chi era Shireen? “Per ogni giornalista palestinese e per ogni giornalista arabo, lei era un modello che, purtroppo oggi abbiamo perso”, ha detto il giornalista di AlJazeera Tamer Mishal: “Fino all’ultimo secondo, Shireen Abu Akleh è stata professionale e perseverante”, ha aggiunto.

“Shireen era una giornalista coraggiosa, gentile e di alta integrità che io e milioni di palestinesi abbiamo sempre visto e siamo cresciuti guardandola nei suoi servizi televisivi”, ha scritto Fadi Quran, un attivista del gruppo di Avaaz.

“Incredulo”, ha scritto Salem Barahmeh, un attivista palestinese. “Siamo cresciuti con i suoi reportage sulla seconda intifada. Lei era la nostra voce. Un’altra tragedia ha nuovamente colpito il popolo palestinese”.

“Come giornalisti, andiamo avanti. La nostra missione è andare avanti. Non saremo messi a tacere nonostante i tentativi di zittirci”, ha detto Giles Trendle, amministratore delegato di AlJazeera. “La nostra missione è sempre quella di continuare a informare il mondo su ciò che sta accadendo. E questo è sempre più importante”.

Anche il viceministro degli esteri del Qatar ha condannato l’uccisione del giornalista di AlJazeera in Cisgiordania, in un post su Twitter, egli ha chiesto la fine del “terrorismo israeliano sponsorizzato dallo stato”.

La redazione di DailyMuslim si unisce al dolore che ha colpito AlJazeera è il mondo giornalistico vero, non quello fatto di ammiccamenti verso il potere, come siamo abituati qui da noi in questi ultimi mesi.

La verità deve essere letta e proposta sempre anche se scomoda. Questo dovrebbe essere il lavoro dei giornalisti, come faceva Shireen, non come accade oggi, in Italia, in Europa, in occidente, dove per comando si enfatizza una “strana guerra” e si dimentica un popolo, una violenza, un territorio per volere di chi le guerre le vuole e le cerca per interessi economici e geopolitici. E noi italiani, voi italiani, siete complici di questi assassini.

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