La FIFA strizza l’occhio alla propaganda Ucraina e li chiude entrambi per l’apartheid israeliana

Ormai è di dominio pubblico come molti enti e associazioni internazionali si siano comportati con differenze opinioni per due cause simili: occupazione russa dell’Ucraina e occupazione israeliana della Palestina.

Fino a 1 mese fa, parlare di avvenimenti politici, raffigurare sulle magliette dei calciatori questioni politiche, parlare in pubblico e farsi portavoce di queste questioni era severamente proibito, con il rischio di multe sonore e squalificazioni anche di intere società se si accennava a questioni geopolitiche fuori dallo sport, specialmente se qualche coscienzioso calciatore metteva in luce che gli israeliani stanno bloccando e impedendo ai palestinesi di fare sport.

Poi, nell’ultimo mese, la FIFA ha rivoluzionato il suo pensiero, ammettendo che i giocatori potevano difendere e sostenere l’Ucraina. Nessuna multa e nessuna squalifica per loro. A patto che si parlasse a favore dell’Ucraina. Ma se qualcuno accenna alla Russia però, riceverà lo stesso trattamento subito dai calciatori e tifosi che hanno sostenuto la Palestina.

Come la FIFA anche la UEFA e il comitato olimpico (CIO), nessuno è esente da questa infamata. Si sono tutti schierati a favore dell’Ucraina (come i guerrafondai degli USA esigono), e tutti i calciatori, sportivi, tifosi e dirigenti che hanno a cuore i propri diritti e la libertà di opinione sono rimasti un po’ perplessi.

Non accenniamo alla Siria, che può essere una questione diversa, ma l’Iraq e l’Afghanistan? Invasi dal regime più guerrafondaio che il mondo abbia mai avuto? La Libia? Distrutta dalla tentata occupazione francese e inglese? Per queste nazioni mai nulla? Per questi popoli mai nulla? Per gli oppressori occupanti? Nulla? E se accenniamo alla Palestina?

Sanzioni contro il simbolo dell’apartheid e dell’occupazione mai andate a termine, mai  i sionisti hanno pagato le vigliacche azioni compiute. Mai ha pagato Israele per le sue malefatte, nonostante vi sono innumerevoli prove a riguardo.

Molti palestinesi, arabi e attivisti internazionali hanno evidenziato la questione dell’ipocrisia di questi enti che non vedono l’occupazione militare israeliana della Palestina e la continua apartheid verso la popolazione araba.

Come è successo anche per l’apartheid in Sudafrica: ci sono voluti decenni prima che questi enti, come tutto l’occidente ipocrita e vigliacco, abbiano visto e riconosciuto tale vergogna.

Invece oggi, in sole 24 ore, questi enti sono riusciti a mettere su un sistema di boicottaggio contro la Russia mai visto. Adesso usano anche loro il termine “Boycott”, per ogni volta che si nomina la Russia. Come mai? Non avevano affermato e che nello sporto non bisogna mai questa parola?

Ma la FIFA, la UEFA il CIO, non aveva “censurato” per decenni i pro Palestina, che sport e politica non si mescolano? Presidenti Gianni Infantino, Aleksander Ceferin e Thomas Bach, cosa è successo? Cambiato idea oppure semplicemente ipocrisia della doppia faccia?

Presidente Infantino, riconosce questa vostra sentenza? “Il Consiglio FIFA riconosce che la situazione attuale (in Palestina e Israele) è, per ragioni che non hanno nulla a che fare con il calcio, caratterizzata da un’eccezionale complessità e sensibilità e da alcune circostanze di fatto che non possono essere né ignorate né modificate unilateralmente da organizzazioni non governative come la FIFA”.

Ora in Ucraina la FIFA può portare la pace? Può cambiare le sorti di una occupazione?

Lo sa che la sua cara Israele, portatrice di razzismo e apartheid ha cancellato in Palestina interi campionati di calcio solo perché vuole distruggere l’unità e la cultura palestinese? Lei è complice dell’apartheid? Complice di questo sistema, visto che non ha mai punito squadre come il Beitar Jerusalem Football Club, che si autodefinisce “squadra pura di soli ebrei puri”? Tifoseria e squadra societaria che odia gli arabi e si attiva per lo sterminio dei palestinesi?.

Il CIO non è da meno, visto che ha vietato agli atleti diversamente abili di Russia e Bielorussia il diritto di competere alle Paralimpiadi invernali di Pechino. La decisione è stata giustificata dal fatto che la partecipazione di questi atleti ai giochi stava “mettendo a repentaglio la fattibilità” delle olimpiadi, rendendo la sicurezza degli atleti “insostenibile”, nonostante il fatto che gli atleti russi e bielorussi fossero, a causa del contesto politico, destinati a partecipare come “neutrali”.

Mentre gli israeliani sono accolti in tutti gli eventi sportivi internazionali e il semplice tentativo da parte di singoli atleti di avere una posizione morale a sostegno dei palestinesi, rifiutandosi di competere contro gli israeliani, provoca da parte vostra vera violenza contro la libertà di espressione, annullando l’atleta dalle competizioni per sempre in tutto il mondo.

Come è successo allo judoka algerino Fehi Nourine, quali è stato sospeso insieme al suo allenatore per 10 anni, solo per essersi ritirato dalle Olimpiadi di Tokyo del 2020 per evitare di incontrare un avversario israeliano. La stessa linea d’azione è stata intrapresa contro altri giocatori e squadre per aver mostrato solidarietà simbolica con la Palestina, o verso tifosi che hanno semplicemente alzato bandiere palestinesi o cantato per la libertà palestinese.

Mohammed Aboutrika, l’ex capitano della nazionale di calcio egiziana, è stato censurato dalla FIFA nel 2009 per aver semplicemente mostrato una maglietta che diceva, sia in arabo che in inglese, “Simpatizzare con Gaza“. Per quell’atto apparentemente eclatante, la Confederazione del calcio africano (CAF), ramo africano della FIFA, lo ha messo in guardia dal “mescolare la politica con lo sport”.

Ed ora voi cosa state facendo? Non “mescolare la politica con lo sport”? Oppure  le cose cambiano quando c’è qualcosa o qualcuno che elargisce dollari e vi fa cambiare idea repentinamente?

Ipocrisia che verrà ricordata dalle generazioni future pensando a quei presidenti e CEO di queste ormai faziose e inutili associazioni sportive, come piccoli uomini senza il rispetto verso grandi uomini che hanno il coraggio delle proprie idee, e non come, in questi giorni i piccoli uomini ai vertici stanno dimostrando.

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