Artisti australiani boicottano il Sydney Festival per un accordo di sponsorizzazione con l’ambasciata israeliana

Alcune organizzazioni artistiche australiane boicotteranno il festival di Sydney per un accordo di sponsorizzazione con l’ambasciata israeliana.

È l’annuale Sydney Festival, che si svolgerà da oggi al 30 Gennaio, che ha ricevuto una sponsorizzazione dall’ambasciata israeliana del valore di 20.000 dollari, in un accordo per mettere in scena una produzione di Decadence, un’opera teatrale del coreografo israeliano Ohad Naharin.

Questa è stata la causa per il boicottaggio del festival di alcuni artisti, decisione arrivata dopo una dichiarazione di condanna dell’accordo firmata da artisti internazionali, tra cui gli attori Saleh Bakri e Miriam Margolyes, l’artista Sleiman Mansour, il comico Nazeem Hussein, il poeta Remi Kanazi e gli artisti hip-hop Lowkey e Barkaa.

Tra gli artisti che si sono ritirati dal festival c’è Karla Dickens, che ha riflettuto sul proprio background indigeno in solidarietà con la Palestina.

“Come artista delle Prime Nazioni dell’Australia, ritiro il mio lavoro Return to Sender dal programma del Sydney Festival 2022 in segno di protesta per la negligenza e il completo disprezzo della sicurezza culturale e del dovere di diligenza da parte del festival nei confronti degli artisti partecipanti, me compreso”.

La scorsa settimana, il Palestinian Justice Movement Sydney ha dichiarato che l’accordo è stato firmato a maggio – lo stesso mese in cui Israele ha bombardato per 11 giorni Gaza, uccidendo 256 palestinesi.

“Il governo israeliano usa la cultura per nascondere le sue pratiche di apartheid, presentandosi come una democrazia libera, equa e illuminata. Collaborando con Israele, il Sydney Festival sarà complice della strategia di Israele per lavare i suoi crimini e contribuire alla normalizzazione di uno stato di apartheid”, è la dichiarazione del gruppo che non partecipa all’evento.

Il movimento non violento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) afferma di essere ispirato alla campagna che ha preso di mira il regime di apartheid del Sud Africa e sta cercando di porre fine alla brutale occupazione israeliana della Cisgiordania.

La campagna mira a fare pressione su Israele affinché aderisca al diritto internazionale e ai diritti umani facendo pressioni su vari stati, istituzioni e personaggi per comprendere e agire sull’oppressione dei palestinesi, anche tagliando i legami con Israele.

Facebook Comments Box