L’ostilità di Riyadh per Beirut va oltre le dichiarazioni di Qardahi

Tensione fra Arabia Saudita e Libano

I recenti commenti di Qardahi sull’intervento saudita in Yemen definita un aggressione, non sono altro che la punta dell’iceberg che si va sempre più ghiacciando tra i due paesi.

Non è stato solo il ministro dell’Informazione Qardahi ad avere da ridire sull’operato saudita nel Golfo, anche il ministro degli Esteri Abdullah Bou Habib hanno dimostrato l’ostilità crescente verso la famiglia Saud. Il ministro afferma che gli aiuti sauditi, son serviti solo per l’interesse del regno nel paese dei cedri. Come sostenere fazioni politiche vicine ai Saud e non per aiutare realmente la crescita del Libano.

L’intero governo è sempre più vicino al “partito di Dio” e questo potrebbe portare il paese ad allontanarsi da tutti il Golfo, cosa che ora al Libano non conviene, ma neanche ai paesi del Golfo in testa l’Arabia Saudita non  conviene. Lascerebbero spazio all’Iran, che sarebbe ben lieto di subentrare anche per la parte sunnita.

Una maggiore influenza in Libano degli ayatollah sarebbe un disastro per le dinastie del Golfo, accerchiate a Est, Nord e Sud, e l’avvicinamento a Ovest di Israele non certo sarebbe una buona via di uscita, con la popolazione che, incoraggiata dai fratelli libanesi e siriani, potrebbe rivoltarsi. Il popolo arabo non è d’accordo sulla normalizzazione e il soffio sul “fuoco” di Hezbollah incrementerebbe il malumore che le dinastie non possono permettersi.

Bou Habib ha affermato su Qardahi: “Licenziamo il ministro dell’Istruzione perché c’è lo chiede il regno saudita? Che cosa otterremmo in cambio? Nulla, solo altre richieste a loro vantaggio”. Bou Habib ha affermato anche che quando l’ex primo ministro degli Esteri Wahba, vicino al presidente cristiano Michel Aoun, quindi non sotto influenze sunnite o shiite, che nominò i paesi del Golfo come “beduini” e li incolpò di aver sovvenzionato e favorito l’ISIS,  nessuno fece nulla, si chiede come mai?

“Sono rimasto sorpreso quando S.E. ambasciatore saudita Walid al-Bukhari ha preferito parlare con un qualsiasi consigliere di palazzo invece di contattare, chi sono il nemico giurato del regno saudita?”

Dichiarazioni che fanno pensare ad un progressivo raffreddamento delle diplomazie, anche se come abbiamo visto, gli Stati Uniti si auspicano un chiarimento e i due attori in questione cercano allo stesso tempo di affievolire i toni con altri membri dei due governi.

Resta il fatto che la crisi del Libano sta subendo dei duri contraccolpi difficili a superare, anche se tutti i paesi in questione fanno parte della coalizione  araba, ma il continuare di alcuni che cercano una guerra per procura contro il giurato nemico a Est del Golfo e altri, che cercano di sfruttare queste divergenze di potere infiltrandosi sempre di più a Ovest del Golfo, con già presenze all’interno come Assad e Putin, potrebbero a breve cambiare un assetto politico e geografico che sicuramente non gioverebbe né alle monarchie e né all’occidente. Tanto meno se l’occidente spingerà a far cercare una normalizzazione che invece di “normalizzare” porterebbe ad una grande destabilizzazione a favore di chi già lavora per questo.

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