Epurazione Yemeniti: le prime testimonianze

a cura di Sarah bint Saba

(Fonte Reuters) ADEN, 17 agosto – Abdulrahman Tayeb, un medico yemenita, è rimasto scioccato quando il suo ospedale nel sud dell’Arabia Saudita gli ha detto che il suo contratto non sarebbe stato rinnovato, lasciandolo con una scelta difficile: tornare a casa in una nazione in guerra o provare a trovare lavoro in un altro paese.

Non è solo. Nelle ultime settimane a centinaia di persone tra medici, paramedici, accademici e altri professionisti nella regione meridionale del regno, al confine con lo Yemen, è stato detto che sarebbero stati licenziati e lasciati andare via.

Il numero esatto di queste “epurazioni eccellenti” non è noto. Il personale ha affermato, che non sono state fornite giustificazioni agli ordini del governo di interrompere il rinnovo dei contratti degli yemeniti.

Non ci sono state spiegazioni ufficiali e le autorità saudite e yemenite non hanno risposto alle richieste di commento di Reuters. Fonti yemenite hanno affermato di non sapere il motivo dei licenziamenti, e di non essere disposte ad avanzare teorie.

Una fonte del governo yemenita, parlando in anonimato a causa di sensibilità politiche, ha affermato che le direttive potrebbero colpire “decine di migliaia” di yemeniti, i lavoratori e le loro famiglie. La fonte non sapeva il perché gli ordini fossero stati emessi.

“A tutti i medici yemeniti che lavorano negli ospedali governativi (nel sud) è stato detto che i contratti non sarebbero stati rinnovati”, ha detto Tayeb, 40 anni, che viene da Ibb nello Yemen e la cui moglie e due figli sono con lui in Arabia Saudita.

Tayeb, rifiutando di nominare l’ospedale in cui ha lavorato per sei anni, ha detto che il suo datore di lavoro lo ha informato lunedì, che l’ufficio del lavoro ha ordinato agli istituti della sanità di sospendere i rinnovi contrattuali e fornire un preavviso di due mesi. Il contratto di Tayeb scade a dicembre.

“Siamo scioccati da questo perché gli yemeniti evitano i problemi, specialmente con la guerra perché non hanno altre opzioni per guadagnarsi da vivere”, ha detto a Reuters.

Un documento del ministero della Salute saudita datato 27 luglio e indirizzato a un ospedale di alBaha nel sud-ovest, la cui immagine è stata vista da Reuters, si limitava ad ordinare alle istruzioni di “smettere di rilasciare nuovi contratti o rinnovare i contratti esistenti per gli yemeniti”.

‘VERA CRISI’

Secondo il Sanaa Center for Strategic Studies, l’Arabia Saudita ospita 2 milioni di lavoratori yemeniti. Non è chiaro quanti siano nel sud.

La maggior parte invia denaro a casa, dove le prospettive sono fosche a causa della guerra. La Banca Mondiale stima che, una persona su 10 in Yemen faccia affidamento sui trasferimenti di denaro per i bisogni primari.

Le rimesse sono anche un’importante fonte di valuta estera per lo Yemen, il cui governo sta lottando per pagare gli stipendi del settore pubblico.

La fonte del governo yemenita, sostenuto dai sauditi, ha affermato che il presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi negli ultimi giorni ha sollevato la questione con il vice ministro della Difesa saudita, il principe Khalid bin Salman e che ulteriori discussioni si terranno dai ministri degli esteri.

L’ organizzazione Yemeni Doctors in Diaspora stima che centinaia di yemeniti nelle università e nelle istituzioni sanitarie nel sud dell’Arabia Saudita siano stati colpiti da “licenziamenti di massa”, così ha affermato Hamdi Alhakimi, segretario generale dell’organizzazione registrata nei Paesi Bassi.

“I nostri colleghi medici e accademici stanno affrontando una vera crisi, perché è improvvisa”, ha detto Alhakimi a Reuters. “Speriamo ancora che venga loro concesso abbastanza tempo per trovare un lavoro adeguato in altri paesi sicuri”.

Diversi professori yemeniti, in comunicazione con i colleghi delle università del sud, hanno detto a Reuters che l’Università di Najran sta terminando i contratti di 100 yemeniti. Secondo alcuni, circa 200 dipendenti di altre università del sud sono stati ridotti.

Un documento dell’8 agosto dell’Università di Najran visto da Reuters, citava “requisiti di interesse nazionale” in una notifica di licenziamento per un assistente professore yemenita a partire dal 14 agosto. Tale decisione era stata approvata dal capo dell’istituto il 27 luglio.

La notifica offriva all’assistente professore due mesi di stipendio, oltre a eventuali quote, compresa la gratuità di fine servizio e un biglietto di ritorno.

L’università non ha risposto ad una richiesta di commento.

FUTURO INCERTO

Ahmad Khalil, 31 anni, lavoratore nel settore degli appalti a Najran da quasi 11 anni, ha affermato che il suo capo è stato incaricato dal segretariato della regione di rescindere i contratti degli yemeniti.

“Non so cosa aspetta me e migliaia come me”, ha detto il padre di due figli la cui famiglia è a Taiz, nello Yemen.

Alcuni sperano ancora di non essere costretti a tornare.

Il contabile Abdullah, che sostiene tre bambini a casa, ha detto che la sua azienda a Jazan ha promesso di provare a trasferire lui e altri sette yemeniti in altre filiali del regno.

“Fino ad oggi il proprietario mi ha rassicurato”, ha detto. “Ma sono ancora preoccupato.”

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