Arabia Saudita. Epurazione degli Yemeniti

di Sarah bint Saba

Il regno saudita ha oggi le sue leggi razziali. Tali leggi colpiranno in particolare gli Yemeniti, compresi coloro che sono nati in Arabia Saudita e vi risiedono da molte generazioni e decenni di pacifica convivenza. Più di due milioni di lavoratori, oggetto di gravi attenzioni, che nulla hanno da spartire con i ribelli Houthi e in molti casi sono muslim cresciuti al richiamo dell’Adhān della Grande Moschea.

Le leggi, preludio alle politiche del nemico interno ed evidente frutto di “cattivi consigli”, sono state pubblicate dal governo in piena estate secondo la più gettonata delle tradizioni per gli affari “sporchi”. Il progetto, come riportano le agenzie, in prima fase è la eliminazione dei posti di lavoro per 800.000 lavoratori yemeniti. I primi ad essere colpiti dal mancato rinnovo contrattuale sono stati medici e professori, nel sud del regno, a seguito di una lettera governativa ricevuta da università ed enti ospedalieri.

Un analista saudita, rilasciando dichiarazioni in anonimato, ha affermato che tale programmazione sarebbe mirata a combattere la disoccupazione nel regno che è dell’ 11,7%. Sembra una trovata di pessimo gusto l’affermazione di voler arginare i rapporti tra gli Yemeniti wahabiti e i ribelli sciiti Houthi nel sud del regno.

Il progetto di saudizzazione del territorio prevede divieti a tappeto su attività commerciali proprie, ed esercizio delle professioni. Prevede inoltre il divieto di impiego agli yemeniti, in molte altre attività e quote di impiego che occupino i sauditi fino al 75% del personale, dalla ristorazione all’industria, lasciando solo un insufficiente 25% agli yemeniti.

Il progetto epurazione di massa colpirà gli yemeniti con licenziamenti a tappeto o a fine contratto di lavoro, con il rifiuto del rinnovo. Da informazioni anonime e di agenzia sappiamo che saranno colpiti non soltanto i lavoratori migranti o rifugiati, ma anche gli yemeniti nati in Arabia Saudita, coloro che hanno sposato una donna saudita e gli adulti che hanno anche un solo genitore yemenita. Ovvero più di una generazione di persone.

A tutto ciò si unisce il capestro delle tasse per il permesso di soggiorno. Il lavoratore yemenita, e quello straniero in generale, è costretto a pagare la somma di 10.000 Ryal sauditi all’anno. I dolori arrivano con la scadenza del permesso di soggiorno. Il lavoratore yemenita può essere licenziato seduta stante e vedrà sospesa con decorrenza immediata la propria assicurazione sanitaria, pagata contanti dal lavoratore stesso. Il lavoratore, inoltre, vedrà congelati gli strumenti di pagamento di tipo bancario, anche se presenti fondi. Come pagherà la tassa, se il lavoratore non può accedere al proprio conto corrente?

Bambini. E’ negato l’accesso ai servizi scolastici a tutti quei bambini i cui genitori yemeniti hanno il permesso di soggiorno scaduto. Ma non è garantito l’accesso a nessun bambino yemenita nelle scuole del regno. Il caso più grave, cioè l’espulsione del genitore, vede il bambino yemenita al centro di attenzioni gravi e traumatizzanti. Il piccolo viene prelevato da scuola e contestualmente espulso da essa, alla presenza di tutti i bambini suoi compagni. Youtube ospita già le lacrime di questi bambini.

https://youtube.com/shorts/CqfEh7Gxda4?feature=share

La crisi umanitaria che affligge lo Yemen, oggi si allarga a tutti gli yemeniti sul territorio dell’Arabia Saudita.

 

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