Chi può non sostenere il digiuno? Le donne in cinta e che allattano?

Il digiuno è uno dei pilastri dell’Islam, quindi è un’azione obbligatoria che ogni credente deve compiere, ma questo però non comporta l’obbligatorietà per tutti i musulmani.

Chi ha problemi di salute può anche non compierlo. Un versetto del Corano e vari ahadith(racconti del Profeta) affermano questo e dicono che per ovviare e prendersi la ricompensa dovuta che spetta a ogni musulmano che compie il digiuno nel mese di Ramadan, si può sfamare un povero per ogni giorno che si salta,  in più si possono recuperare i giorni successivamente.

Lo stesso vale per le donne in gravidanza, gli anziani, le persone deboli, i malati, le donne che allattano e sono nel periodo mestruale e per i viaggiatori.

È importante per chi è sotto cura medica, abbia il benestare del dottore per compierlo, chi prende medicine, possa chiedere se queste possano essere spostate in altre ore della giornata o in casi eccezionali, prenderle senza acqua e a stomaco vuoto.

È molto meglio ascoltare un parere di un medico che quello di un qualunque musulmano o imam, specialmente qui in Italia, che dà consigli se digiunare o non farlo. Non tutti sono all’altezza di farlo, perché la maggior parte non ha la conoscenza né sanitaria e né teologica. È una grande e grave responsabilità far digiunare una persona malata, in cinta o che allatti, porterebbe a conseguenze gravissime sia per la salute della persona in questione e sia per l’anima del sentenziante.

È molto difficile qui in Italia un imam sia anche un medico ed essere in grado di sentenziare tali pareri.

Com’è meglio non seguire i consigli dati in famiglia, perché spesso si tende a nascondere o a provare un senso di frustrazione con la comunità quando qualcuno nella propria casa non compie il digiuno. Per non sentirsi a disagio con gli estranei, si consiglia molto spesso più per il proprio benessere mentale con questi estranei che per quello del familiare.

Le voci di paese, o di strada girano e spesso giudicano troppo velocemente e senza conoscenza. Fregarsene di quello che si dice alle proprie spalle, anche perché il buon musulmano primo non giudica e non sentenzia e secondo non dà conseguenze ai pettegolezzi.

L’esenzione del digiuno, religiosamente parlando, è una prova di fede che se superata porta ad acquistare conoscenza dei limiti del proprio corpo e alle benedizioni per la pazienza, pentimento e sofferenza per la prova superata.

Una donna in cinta se digiuna e non può farlo, rischia gravi danni al feto che vedrà in seguito e non potrà più porvi rimedio. Le donne in cinta devono bere molto, e assorbire molti zuccheri. I picchi glicemici non fanno bene al feto, che potrebbe risentirne sino a morire.

Nei primi tre mesi è fondamentale che la mamma non abbia nulla in meno per nutrirsi, il feto inizia a formarsi, e la mamma se non apporta il giusto nutrimento può provocare un iposviluppo del feto, possibilità di essere colpite da diabete gestazionale e se il digiuno è nei periodi estivi, si può incappare in aumento della disidratazione, che influenza la quantità di liquido amniotico.

Meglio avere un futuro bimbo aggravato da 30 giorni di digiuno fatti in maniera arbitraria, per tutta la vita, oppure un bimbo sano e aver sfamato e o recuperato i giorni dopo la gestazione? Dio, nell’Islam, vuole il bene di ognuno e non mette difficoltà il credente.

Una mamma che allatta deve dare nutrimento al suo latte e al bambino, se non lo fa, cosa accadrà? Purtroppo ci sono vari casi sia in Italia e sia in altri paesi, dove i danni si sono verificati dopo, dovuti alla mancanza di nutrimenti del latte. Dio, ha regalato la vita non per giocare, ma per portarla a termine e certo non sarà contento se qualcuno gioca per seguire ordini che possono essere aggirati con motivi validi, quando magari, poi altri più semplici non sono attuati come fidarsi di gente inesperta o parlare senza permesso di farlo.

Cosa che fanno molti di questi social sapienti da tastiera.

A supporto di quello scritto, poiché sicuramente ci saranno le critiche di molti di quei personaggi falsi che si abrogano il diritto di sentenziare pareri sui vari social, arrecando danni alle persone, di seguito alcuni versi  del Sacro Corano (trasl. di G.Mandel), ahadith dell’amato Profeta e pareri dottrinali di sapienti che sono sicuramente molto meglio delle chiacchiere di molti “copia incolla” fatti senza avere la minima connessione di causa.

Corano, sura al-Baqara, versi 183-184-185

 “Credenti, è scritto per voi il digiuno, come fu scritto per quelli  prima di  voi … per giorni contati. Dunque: chiunque di voi è malato o in viaggio, allora sostituiteli con altri giorni. Ma vi è un riscatto per coloro che lo potranno sostenere: il nutrimento di un povero. … Il Corano, …, è stato inviato nel mese di Ramadan. Chiunque lo veda, digiuni. E chiunque è ammalato, o in viaggio, li sostituisca allora con altri giorni. …”

hadith 8172 Al-Bayhaqi:

“Allah ha liberato il viaggiatore dalla metà delle preghiere e dal digiuno, e ha liberato la donna incinta e la donna che allatta dal digiuno”

hadith di Abu Dawood:

Ibn ‘Abbaas disse: “questa è una concessione data agli anziani e alle anziane che possono solo digiunare a fatica; loro sono autorizzati a rompere il digiuno e sfamare una persona povera per ogni giorno di digiuno perso. Questo vale anche per le donne incinte e in allattamento, se hanno paura “. Abu Dawood disse: “se hanno paura per i loro figli, possono rompere il digiuno “.

Pareri dottrinali di:

Abu Bakr Jabir al-Jazairi, un teologo della moschea al-Nabawi al-Shareef, di origine saudita, dichiara che il digiuno non va eseguito dalle donne incinte e lo scrive nel suo  “Minaj Al-Muslim”, “La via del diritto islamico”.

Mohamed Ali Ferkous, un salafita di origine algerino, afferma il Profeta Muhammad, ha detto esplicitamente che “donne incinte e donne che allattano sono esonerate dal digiuno”, in più dice che la regola islamica non è recuperare in seguito, come fanno in tanti, ma nutrire per ogni giorno perso un povero. In questo caso sarebbe donare 30 pasti per il mese di Ramadan.

Il pakistano Abu l-A’la Maududi dice che le donne gravide e quelle che allattano i loro figli possono anch’esse rompere il digiuno, qualora facendolo si percepisce il pericolo per la salute della stessa  o quella del neonato. Lui afferma che devono recuperare il digiuno in seguito, giorno per giorno. Obbligatorio.

Comitato Permanente per la Ricerca e i Verdetti Fatawa Al-Lajnah ad-da’imah vol. 10 pag. 220 domanda n. 2, fatwa 14533:

“Se la donna incinta ha paura che il digiuno possa avere effetti negativi per lei o per il bambino allora è possibile per lei mangiare e quindi è lei ad avere la responsabilità di digiunare in seguito per i giorni mancati. Il suo stato è simile a quello di chi è malato e non è in grado di trovare la forza di digiunare – o teme in un danno per la sua salute.

Allah l’Altissimo dice: ‘ E chiunque è malato o in viaggio assolva [in seguito] altrettanti giorni.…’ [Surah Al-Baqarah: 185]

Allo stesso modo è il caso della donna che allatta e che ha paura per se stessa quando allatta il suo bambino durante il Ramadan. O ha paura di non riuscire ad allattare suo figlio a causa del digiuno – allora può mangiare ed è lei a dover digiunare in seguito per i giorni mancati.”

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