La crisi del Tigrè supera i confini dell’Etiopia, rischia di coinvolgere l’intero Corno d’Africa

Nelle giornate fra il 14 e il 15 novembre la capitale Eritrea, Asmara, è stata colpita da almeno tre missili lanciati dalle forze del Fronte di Liberazione Popolare del Tigrè. Queste ultime, acerrime nemiche del presidente eritreo Isaias Afewerki, potrebbero destabilizzare l’intera area. Se Addis Abeba non fosse in grado di assicurare il rispetto dei confini tra Eritrea e Tigrè, molti scenari potrebbero essere messi in discussione. Dopo la pace di Gedda del 2018 il vero problema continua a ristagnare nel Tigrè e nelle ostilità tra le élite tigrine e il regime eritreo.  Ciò è dimostrato dal fatto che le autorità tigrine hanno ripetutamente accusato l’Eritrea di appoggiare le operazioni militari dell’esercito dello Stato centrale etiope.

Il coinvolgimento dell’Eritrea è un fatto ormai acclarato, ma il vero problema è che tale scontro potrebbe allargarsi e la posta in gioco è davvero alta: la Diga Gerd sul Nilo Azzurro. Tale progetto porterà alla costruzione della diga più grande del continente, in cui l’Etiopia è destinata a diventare la più importante esportatrice africana di energia elettrica. Un controverso progetto sul Nilo che coinvolge Sudan, Etiopia ed Egitto e già lo scorso aprile era iniziata una guerra dell’acqua tra queste ultime due.

Il Cairo, come il Sudan temevano che la diga sul Nilo Azzurro potesse limitare il flusso idrico da cui dipendono. Al centro della disputa troviamo la contesa sui diritti di sfruttamento delle acque del Nilo. Dunque, entrambi i paesi sono fortemente condizionati dagli andamenti dei colloqui della diga.

Ma non è tutto, la costruzione della diga in questione riguarda da molto vicino anche Italia e Cina. Nel 2011 l’appalto per la costruzione della diga è andato a Salini Impregilo, attualmente al lavoro in loco su diverse opere nel settore idroelettrico, mentre i cinesi hanno investito due miliardi di dollari in turbine e generatori. Inoltre, essendo l’Etiopia la nazione più popolosa del continente africano potrebbe rappresentare una buona fetta di mercato per i prodotti cinesi.

Come si può notare gli interessi e gli attori coinvolti sono numerosi e il rischio maggiore è che lo scontro regionale si possa propagare velocemente, innescando un vero e proprio spillover che potrebbe minacciare l’intero Corno d’Africa. Stando alle ultime dichiarazioni del premier etiope, l’offensiva militare continuerà fino a quando non vi sarà la resa totale delle forze tigrine.

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