I doppi standard occidentali e il colpo finale dell’amministrazione Trump all’Iran

“L’Iran condanna il viaggio del segretario di Stato americano Mike Pompeo nella regione dell’Asia occidentale e le dichiarazioni rese durante la visita”, ha asserito il portavoce del ministro degli Esteri iraniano Saeed Khatibzadeh. Il segretario di Stato Pompeo si è recato in Medio Oriente, l’ultimo viaggio prima di lasciare l’incarico istituzionale, per visitare le Alture del Golan. Un momento celebrativo della politica estera Trumpiana.

Parliamo di un territorio che venne occupato dall’esercito israeliano nel 1967 e che adesso Pompeo ha dichiarato, a gran voce, “questa è una parte di Israele”. Il segretario di Stato ha poi continuato dicendo che parte dei prodotti provenienti dalla Cisgiordania occupata saranno etichettati come “made in Israel” e la famosa campagna di boicottaggio contro Israele verrà ritenuta “antisemita”. Questa dichiarazione fatta in funzione antipalestinese fa pensare, ancora una volta, ai doppi standard utilizzati dall’occidente e soprattutto dagli Stati Uniti e Canada quando parliamo di diritti umani.

Stati Uniti e Canada hanno più volte fatto della retorica sulla violazione dei diritti umani. Ma il buon esempio, in fatto di rispetto di questi, non giunge di certo da loro. Se consideriamo il caso canadese, secondo Human Rights Watch, rimangono notevoli sfide per annullare le decennali discriminazioni e violenze contro le popolazioni indigene del posto (accesso inadeguato all’acqua potabile in uno dei paesi più ricchi d’acqua al mondo; discriminazioni nei confronti dei minori indigeni nel finanziamento per i servizi per l’infanzia e la famiglia).

Ma non basta, che dire delle armi vendute da Stati Uniti e Canada all’Arabia Saudita, che hanno contribuito ad ampliare la crisi umanitaria nello Yemen? Della mancanza di responsabilità per l’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi? Onorato, però, all’apertura del G20. Del perché venga sostenuta la campagna di segregazione israeliana in funzione antipalestinese? Questi paesi che vengono descritti moderni e globalizzati distolgono l’attenzione su tali temi mentre viene celebrata la rispettabilità internazionale.

L’ultima mossa della presidenza Trump, passata in sordina, ha imposto delle sanzioni all’istituzione non redditizia Bonyad Mostazafan, la Fondazione degli Oppressi. Questa, diretta dalla guida suprema Khamenei, fornisce ampi servizi: culturali e educativi, di trasporto, assicurativi, bancari, di investimento e di attività commerciali. Gli obiettivi dell’organizzazione sono ridurre l’impoverimento materiale e culturale, promuovere lo sviluppo della conoscenza, della scienza e della tecnologia.

La Fondazione degli Oppressi è la seconda più grande istituzione economica iraniana dopo la National Iranian Oil Company, ma lo scopo sembra essere, in realtà, quello di incrementare il welfare iraniano.

Secondo il dipartimento del Tesoro degli Usa, l’organizzazione in questione si nutre di sequestri e repressioni fatte al popolo iraniano. Qualche giorno fa un articolo, scritto da Alberto Negri, spiega che questa è un fake news. Infatti, le notizie che ci giungono direttamente da Teheran danno un’altra versione dei fatti. In un’intervista televisiva Paviz Fattah, capo della fondazione degli Oppressi, ha dichiarato che parte del ricavato a volte va alle forze affiliate della Forza Quds (componente delle Guardie della Rivoluzione Islamica). In tale caso, il ricavato stato destinato agli stipendi delle forze sciite afgane (Fatimioon) che hanno collaborato con la forza Quds in Siria combattendo contro il Daesh. Nell’intervista il capo della Fondazione degli Oppressi, spiega che il (glorioso martire) Generale Soleimani ha sempre esortato i suoi uomini affinché venissero aiutati i fratelli afgani che, nel momento del bisogno, avevano teso una mano ai bisognosi.

Allora la domanda da porsi è: parliamo di diritti umani universali o di interessi economici unilaterali? I soliti doppi standard o due pesi e due misure, chiamiamoli come vogliamo, il fatto rimane comunque chiaro. Non esistono violazioni dei diritti umani di serie A e di serie B. Le regole devono essere univoche, il diritto internazionale, come gli articoli della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo devono essere degli strumenti di tutela per chiunque. Gli interessi economici degli Stati non possono rappresentare una variabile nel godimento di questi. Il discorso sui diritti umani che gli Usa impartiscono, quando possono, puntando il dito contro Teheran perde di significato nel momento in cui viene fatta una panoramica allargata degli eventi.

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