Yemen ritorno a scuola

Ritorno a scuola in Yemen, dove la maggior parte delle scuole non può definirsi tale ma solo un diroccamento di muri senza banchi e sedie.

I ragazzi, quei pochi che sono riusciti a tornare nelle aule, dovranno vivere le loro giornate di scuola in stanze diroccate, semi aperte, senza finestre, lavagne, banchi, sedie e con un ampia visuale all’esterno, dato che non esistono a volte muri e a volte tetti.

In più hanno pezzi di carta o vecchissimi quaderni riciclati che usano per scrivere appunti dei pochissimi insegnanti che si dividono tra le classi. E devono sentirsi fortunati, perché la totalità dei ragazzi yemeniti non potrà neanche immaginare come sia una scuola, visto l’enorme distruzione compiuta da entrambi gli schieramenti guidati da Iran da una parte e Arabia Saudita dall’altra.

I genitori temono per i figli perché tutte le scuole non distrutte sono state minate per impedire che ci siano lezioni, ma nonostante ciò si cerca di mandare i figli a scuola.

E pensare che in Europa ci si lamenta per una video lezione, un banco non funzionante, una finestra con uno spiffero e il problema del trasporto a scuola dei propri figli. Facessero una settimana in Yemen molto probabilmente sia i ragazzi e soprattutto i loro genitori non sarebbero cosi suscettibili e pieni di richieste assurde come accade oggi in Italia.

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