Barriere culturali e fisiche, ne parliamo con Shaykh Damiano Abbas Di Palma (p. 3/3)

La video intervista verte sull’argomento: “Barriere fisiche”

(domani uscirà l’intera intervista sul nostro canale YouTube)

Abbiamo incontrato Shayhk Damiano Abbas Di Palma, conosciuto ai più, il primo italiano ad essere specializzato nelle scienze tradizionali islamiche sciite ed aver ottenuto numerosi riconoscimenti presso le più importanti scuole teologiche: Londra, Damasco e Qom. Attualmente è Presidente dell’Associazione Islamica Sciita Imam Mahdi di Roma, in passato ha insegnato presso l’Islamic College for Advanced Studies, e la Hawza Ilmiyya di Londra.

Con il Presidente dell’Associazione Islamica Sciita abbiamo affrontato un tema centrale all’interno della nostra società: le barriere in tutte le loro forme, da quelle culturali a quelle fisiche e dunque architettoniche. La riflessione nasce dal fatto che una volta avviata la grande macchina della globalizzazione, si pensava che da lì a poco qualsiasi barriera sarebbe presto svanita. Ma ciò non è accaduto, nuove barriere, culturali e non, sono state erette nel tempo: il muro che separa il Messico dagli Stati Uniti, fra l’Egitto e la striscia di Gaza, il frangente Israelo-Palestinese e tanti altri.

Dal nostro incontro è emerso che nella realtà odierna continuano ad esserci barriere di tipo culturale, ma l’islam gioca un ruolo importante in questo frangente in quanto si presenta come cultura inclusiva e universale. In tale senso è anche risultato che questa valorizzi sia uomini che donne, enfatizzando il loro operato mai in opposizione tra di loro.  A riprova di ciò, come spiega Shayhk, è il fatto che nel mondo islamico non esiste un clero, una struttura piramidale presente invece in altre religioni, e che anche le donne, già al tempo del Profeta, hanno assunto importanti ruoli come quello di Hujjatulislam.

Per quanto riguarda le barriere architettoniche ci dice che l’islam cerca in ogni modo di facilitare la vita dei credenti e dell’umanità in generale. Questo avviene non solo nei luoghi di culto, ma in qualsiasi ambito come quello produttivo e culturale della società. Viene citato il protocollo d’intesa, firmato nel 2019, fra l’Associazione Islamica sciita Imam Mahdi e la Onlus FIABA. L’obbiettivo è di far nascere una collaborazione con la comunità sciita, che rappresenta una minoranza in Italia. Si tratta, dunque, di avviare progetti di base e graduali che potranno poi essere inseriti nel più grande disegno strutturale del nostro paese.

Ad ogni modo, dall’intervista è emerso che l’Associazione Islamica Sciita Imam Mahdi non si è fatta trovare impreparata: dispone di due accessi, di cui uno per le persone diversamente abili ed è munita di appositi banchi per svolgere la preghiera nel modo corretto.

Possiamo dire che l’intervista è stata rivelatrice di aspetti importanti, che spesso esulano dall’ambito religioso in senso stretto, in quanto dietro ciò vi è sempre il valore dell’essere umano. In questo senso la religione si pone come valore per lo scambio di idee, culture, ma anche di cooperazione. Per questo motivo l’abbattimento delle barriere, culturali e fisiche, deve essere l’imperativo della società civile.

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