Gli studenti italiani che scelgono Tunisi

Sono sempre di più gli studenti italiani che scelgono Tunisi per studiare la lingua araba e si trasferiscono o ritornano nella capitale tunisina che ospita una numerosa comunità studentesca internazionale: italiana, spagnola, ma anche sudcoreana, statunitense e da molti altri paesi dell’Unione Europea.

La capitale si conferma una città avvincente, che richiama molti giovani italiani non solo per turismo, ma per completare o continuare la propria formazione.

Laura Corna ha 24 anni ed è di Vittuone (provincia di Milano), ha studiato Scienze Linguistiche per le Relazioni Internazionali alla Cattolica e, dopo la laurea, ha frequentato un master in Studi Arabi Contemporanei alla UAB di Barcellona.

Paolo La Mantia, invece, ha 29 anni ed è di Palermo, dove si è laureato in Teorie della Comunicazione e ha conseguito un master professionale in Traduzione, che per un semestre lo ha portato a Tunisi.

Entrambi vivono da qualche mese nella capitale Tunisina e si sono incontrati nelle aule dell’istituto Bourguiba, nella stessa classe del corso avanzato di lingua araba.

Per Laura è la prima esperienza in un paese arabo: ” Sono venuta qui a ottobre perché la Tunisia mi è stata presentata come lo stato più liberale tra i paesi arabi e poi perché, per una studentessa, il costo della vita e dei corsi è molto conveniente, sostenibile. L’ Istituto Bourguiba è famoso e volevo perfezionare lo studio della lingua e metterlo in pratica nella stessa città in cui dovevo scrivere la tesi. Inizialmente avevo pensato a un soggiorno più breve, ma poi ho deciso di fermarmi di più. Mi aspettavo un paese con una vita sociale e aggregativa per i giovani più vivace ma, d’altro canto, mi ha stupito la facilità di relazione con i vicini, l’apertura e l’accoglienza dei tunisini.
Con i miei coetanei mi sono trovata a mio agio, i punti in comune sono più delle differenze e quando fai amicizia con loro ti trattano con un calore ed un rispetto eccezionali”.

Per Paolo invece, questo soggiorno è una conferma: “Ho deciso di venire in Tunisia e di studiare arabo dopo esserne rimasto affascinato quando andavo ancora alle superiori, durante un viaggio di istruzione ad Hammamet. Sono venuto a Tunisi per studiare già quattro volte e ora continuo al Bourguiba: mi piace vivere qui, la difficoltà maggiore è orientarsi con i mezzi, perché sono alquanto caotici. Non riscontro difficoltà relazionali con i ragazzi e le ragazze tunisine, mi trovo a mio agio e ormai ho tutti i miei punti di riferimento in questa città”.

La difficoltà di destreggiarsi nel traffico caotico e con i mezzi prevedibilmente affollati a tutte le ore e con il louage, il taxi collettivo che non parte a orari prefissati, ma solo quando fa il pieno dei passeggeri, fa sorridere entrambi e sembra la difficoltà più grande da affrontare nel quotidiano della loro vita di studenti.

Laura riconosce: “C’è un dress code differente, non in tutti i luoghi di Tunisi mi sentirei a mio agio vestita con una gonna corta o con una camicia scollata. In altre zone invece la mentalità è molto aperta. Forse sono le generazioni più grandi -aggiunge- ad avere una mentalità più conservatrice, ma le ragazze e i ragazzi no, sono di vedute molto aperte. Colpisce piuttosto la condizione di povertà in cui versano alcuni quartieri, non me lo aspettavo”.

Nel gioco delle rappresentazioni e delle aspettative, il nuovo e l’imprevisto non sembrano insuperabili, Tunisi è invece un luogo dove fare nuovi incontri e progettare il proprio futuro.

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