Sri Lanka, Pasqua di sangue. Strage in chiese e hotel

Le esplosioni simultanee che hanno colpito chiese e hotel in Sri Lanka hanno causato almeno 185 morti e oltre 500 feriti. Tra le vittime figurano, al momento, anche 35 cittadini stranieri, probabilmente turisti presenti negli alberghi. Tra i cittadini di nazionalità estera, i più colpiti risultano quelle americani, britannici e olandesi. Coinvolti negli attacchi kamikaze nella capitale Colombo lo Shangri-La Hotel e il Kingsbury Hotel. Ad ogni modo, i soccorritori sono al lavoro ed il bilancio finale potrebbe essere molto più grave.

Secondo i media locali sono state otto le esplosioni, mentre la polizia ne ha confermate al momento sei. L’unità di crisi della Farnesina è al lavoro per effettuare verifiche. È stato messo a disposizione un numero per le segnalazioni: +39 06 36225

Il Governo dello Sri Lanka ha intanto dichiarato lo stato d’emergenza e convocato una riunione d’emergenza, presieduta dal premier Wickremesing. Il presidente dello Sri Lanka, Maithri- pala Sirisena ha detto che le forze armate e la polizia hanno già avviato indagini per accertare le responsabilità degli attacchi. Sirisena ha invitato la popolazione a mantenere la calma e a collaborare con le autorità.

Le forze di sicurezza ritengono che due delle esplosioni nelle chiese siano state causate da attentatori suicidi, portatiprobabilmente dal gruppo radicale islamico National Thowheeth Jama’ath (Ntj), anche se gli attentati non sono ancora stati rivendicati ufficialmente.

Una delle chiese colpite, il santuario di Sant’Antonio, e i tre alberghi interessati dalle esplosioni si trovano a Colombo. Le altre chiese sono quella di San Sebastiano a Negombo, città a maggioranza cattolica a nord della capitale, un’altra poco più a Nord, a Katana mentre la terza è la città orientale di Batticaloa. Gli attacchi rappresentano un “tentativo ben coordinato di creare morti, caos e anarchia“, ha scritto su Twitter il ministro delle Finanze del Paese asiatico.

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