Splendori alle corti dell’Islam: al museo c’è il caffè del sultano

Il caffè, che fu vietato per i suoi effetti, la giada, con cui si formavano i recipienti in cui i sultani sorseggiavano il vino, pietre incastonate nei gioielli dei sovrani Moghul e le piastrelle che rivestono moschee e palazzi, gli automi medievali e le spettacolari feste dei regnanti ottomani. Tali meraviglie delle corti islamiche saranno illustrate da Sherif El Sebaie, collaboratore del simposio di Arte islamica dell’Università della Virginia, in una serie di incontri programmati dal Museo d’arte orientale di Torino, che si svolgeranno dall’11 dicembre al 20 maggio 2020.

Il primo incontro si intitola “Kahve. Un caffè col Sultano”, tratterà la scoperta di questa bevanda
sugli altipiani etiopi, l’approdo nello Yemen, l’arrivo sulle coste del Mar Rosso, il passaggio da La Mecca e Medina e al Cairo e la sua presenza a Istanbul, fino all’Europa. Sherif El Sebaie accompagnerà il pubblico sulle orme del “il vino d’Arabia”, un viaggio attraversando culture e tradizioni, divieti, pratiche religiose e cerimonie di corte.

Appuntamento alle 18. E il 22 gennaio l’incontro sul tema “Splendori dell’India Mughal: gioielli delle corti indiane”.

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