«Salviamo le donne, bambini e civili curdi e siriani». È l’appello delle comunità del mondo arabo in Italia e dell’Associazione medici di origine straniera, insieme al movimento “Uniti per Unire” , rivolto al governo Conte, all’Europa e alla Lega araba in Egitto.
«Stop a guerre e basta operazioni militari, decisioni e invasioni unilaterali, in un mondo ormai pieno di conflitti aperti, dimenticati e mai conclusi ed avviare processi di pace e azioni diplomatiche costruttive» è il monito lanciato nel comunicato stampa di Comai e Amsi.
«I medici locali siriani e curdi ci raccontano di una situazione molto grave ed esplosiva per l’alto numero dei sfollati e l’aumento dei morti per le strade e nelle case con rischio di epidemia: violenza contro le donne ed i bambini, questi ultimi che pagano sempre il prezzo più alto con conseguenze psicologiche permanenti da effetti di guerra disumana e senza pietà» dichiara il fondatore dell’Amsi e Co-mai, Foad Aodi (in foto), che segue la situazione con medici locali e con le comunità arabe. E chiede che sia fermato «il massacro curdo e siriano da parte della Turchia». Aodi quindi esorta: «Non vendere più armi e aprire urgentemente un corridoio sanitario e umanitario per gli sfollati, e recuperare i cadaveri per le strade e nelle case».
Quindi le condoglianze e la solidarietà ai familiari di Hevrin Khalaf, la segretaria generale del Partito del futuro siriano, e del suo autista, assassinati su un’autostrada dopo essere stati prelevati da milizie sostenute dalla Turchia.