Quando il Natale partecipe è difeso dai musulmani

Questo Natale ha sfatato, una volta per tutte, le dicerie che venivano usate da alcuni mass media contro questa festività, accusando ingiustamente i musulmani di non volere o il presepe o le recite nelle scuole allestite proprie per il Natale. In una scuola superiore di Polistena, un Istituto Tecnico Industriale, gli studenti egiziani e quelli italiani, si sono uniti nei canti tradizionali di Natale, organizzati da don Pino De Masi. I ragazzi egiziani sono presenti in Calabria grazie al progetto “Nilus Almus, che consente di averne circa 50 per far loro apprendere la lingua italiana e seguire il corso intero nella nostra scuola superiore.

Nell’Indonesia colpita dalla tragedia dello tsunami e nazione a maggioranza musulmana, il governo ha messo in allerta 90mila poliziotti, posti a difesa delle 50mila chiese cristiane nel Paese. E non solo, anche il movimento Nahdlatul Ulama, uno dei più grandi movimenti giovanili dell’Indonesia, si è offerto volontariamente per aiutare la polizia nel salvaguardare le chiese cristiane.

In Egitto, invece un gruppo di giovani, circa 500 a maggioranza musulmana hanno assistito alla festa “Natale per tutti“, svolta sabato sera presso il teatro del centro culturale dei Gesuiti ad Alessandria d’Egitto. Il curatore di questa manifestazione, Sami Creta, racconta che lo stesso numero di giovani, alla fine del Ramadan, affolla la serata dedicata al canto Sufi, questa volta però a numeri invertiti. Egli dice che i giovani di oggi sono sempre alla ricerca di se stessi al di fuori della religione d’appartenenza, attraverso l’arte e la bellezza. In questo modo si trova una base comune che unisce.

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