Qader, ragazzo pakistano fuggito dalla guerra

Qader è un ragazzo di 30 anni, di etnia Pashtun, che ormai da tempo ha lasciato il Pakistan per diverse ragioni, ma principalmente per problemi legati alla pericolosa presenza dei Talebani in quei territori. Il suo viaggio frutto della paura per quanto vissuto in patria lo ha portato fin nel nostro Paese e oggi ci racconta come vive la sua nuova esperienza in Europa, fatta di serenità, lontano da quella dura realtà, ma anche dai propri affetti più cari.

Ciao Qader, come ti trovi a vivere qui in Italia?

Mi trovo bene in Italia, in particolare a Lecce, la città in cui ormai vivo da anni. E mi piace tantissimo la cucina italiana, è fantastica; il mio piatto preferito è la pasta al ragù. Ho poi una grande passione per le scarpe italiane, ne ho infatti tantissime”.

Perché ai lasciato il tuo Paese?

Diciamo che avevo dei gravi problemi in Pakistan”.

Cosa fai per vivere?

Ho trovato lavoro in un albergo, faccio il portiere di notte ed il guardiano e, quando capita il turno di mattina, sono di servizio al bar. È un lavoro che mi piace e che mi permettere di vivere dignitosamente”.

Quanto ti pesa la mancanza del tuo Paese e della tua famiglia?

Beh, mi manca tanto il Pakistan ma, soprattutto, sento la mancanza di mio padre che non vedo da tanti anni. Lo sento solo al telefono e vorrei tanto rivederlo. Ovviamente mi manca tanto anche mia madre, che purtroppo è morta mentre ero qui. Avrei voluto salutarla per un’ultima volta…

Dal tuo punto di vista, che differenze noti tra il Pakistan e l’Italia?

C’è molta differenza tra questi due Paesi: in Italia non c’è il grave problema del terrorismo; qui posso stare tranquillo sapendo che è un posto sicuro dove posso vivere senza la paura dei Talebani. Nella mia città d’origine, in Pakistan, c’è invece quel pericolo poiché la mia è una zona estremamente rischiosa”.

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