“Oltre il mare”, pubblicato il report Caritas sui corridoi umanitari in Italia

Oltre il mare

Caritas Italiana e Caritas Ambrosiana hanno presentato ieri a MilanoOltre il mare, il primo Rapporto dedicato ai corridoi umanitari in Italia, programma avviato nel 2017 sulla base di un Protocollo sottoscritto tra la CEI, la Comunità di Sant’Egidio e il Governo Italiano.

In due anni, il Programma ha consentito l’arrivo in sicurezza in Italia di 500 richiedenti protezione internazionale, tra cui 106 nuclei familiari, provenienti dai campi profughi dell’Etiopia, Giordania e Turchia. Una volta giunti in Italia, i beneficiari hanno trovato accoglienza in 47 Caritas diocesane di 17 regioni, in strutture, per lo più appartamenti di parrocchie, istituti religiosi o privati cittadini, presenti in 87 comuni.

A due anni dai primi ingressi, (il programma terminerà ufficialmente a fine gennaio 2020) il 97% dei richiedenti asilo giunti attraverso il corridoio umanitario ha ottenuto lo status di rifugiato e il 3% la protezione sussidiaria; tutti i minori in età scolare sono stati inseriti a scuola; il 30% dei beneficiari è inserito in corsi di formazione professionale e 24 beneficiari hanno trovato un impiego.

Il Rapporto passa in rassegna anche le diverse esperienze di accoglienza attivate con il coinvolgimento delle comunità in altri Paesi dell’UE e fuori (ad es, in Canada), per mostrare come, ovunque siano state implementate queste esperienze, hanno riportato risultati soddisfacenti in termini di integrazione dei beneficiari ed hanno evitato i consueti movimenti secondari che spingono i richiedenti protezione internazionale a muoversi all’interno dei paesi europei per raggiungere destinazioni altre da quella di prima arrivo.

Secondo gli autori del Rapporto, la chiave vincente per favorire i percorsi di integrazione delle persone è stata la partnership fra soggetti coinvolti a livello locale, a livello politico nazionale e sovranazionale.

L’esperienza dei Corridoi Umanitari, del Resettlement e delle altre vie legali e sicure di ingresso, concludono gli autori del Rapporto, dimostrano come sia possibile accedere alla protezione internazionale senza essere costretti a rivolgersi ai trafficanti di esseri umani ed intraprendere così viaggi pericolosi, talvolta mortali. 

Tra le Raccomandazioni finali compare quella di incrementare il numero  dei beneficiari e di uniformare le numerose esperienze implementate in vari Paesi, al fine di evitare confusione tra status e diritti a livello europeo e nei confronti dei beneficiari stessi.

Fonte: Caritas Italiana

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