Nuove rotte della cultura araba: Italia e Spagna s’incontrano a Tunisi

La lingua e la cultura araba tracciano rotte che uniscono il Mediterraneo e che convergono, sempre più, dall’Europa a Tunisi: la capitale tunisina richiama giovani ricercatori e studenti che qui non solo perfezionano la propria formazione, ma conoscono la realtà del mondo arabo.
Due giovani studiose, Elisa Marra (24 anni) di Milano, laureata alla Cattolica, e la spagnola Andrea Expósito González (25 anni), di Barcellona, laureata in Studi Arabi e Islamici a Granada, si sono conosciute a Barcellona, dove hanno conseguito il master in Estudios Árabes Contemporáneos presso l’Universidad Autónoma de Barcelona.

Da qualche mese sono a Tunisi per perfezionare la lingua araba.
Entrambe hanno scelto di studiare arabo per poter poi concretamente applicare le proprie competenze in ambito lavorativo: Elisa sostiene che la chiave linguistica e la conoscenza della cultura araba siano essenziali per capire Tunisi e il mondo arabo contemporaneo e spera di poter lavorare nella Comunità Europea.

«A livello personale- commenta Elisa- sono essenziali come strumento di relazione interculturale. L’esperienza qui a Tunisi è positiva, mi consente di imparare molte cose, anche non strettamente legate allo studio. Per esempio, qui non c’è la cultura della fretta, si vive giorno per giorno e si può godere di più di ogni singolo momento, di ogni dettaglio. Noi abbiamo l’ansia del futuro mentre qui, nonostante le mille difficoltà, hanno un approccio alla vita più disteso e sostenuto da una solida rete familiare».

Il punto di vista spagnolo sembra conciliarsi con questa visione e Andrea aggiunge: «Anche per me la scelta iniziale di studiare arabo è stata dettata dalla volontà di lavorare con la lingua araba, soprattutto in ambito della mediazione interculturale, dell’integrazione o in generale nell’ambito umanitario. Qui a Tunisi le mie conoscenze si stanno ampliando e sto migliorando molto».

Affrontano anche il confronto vivo della loro esperienza a Tunisi riguardo gli stereotipi positivi e negativi: la Tunisia si conferma davvero, secondo loro, un paese aperto e accogliente. «Ho esperienza anche di altri Paesi arabi- dice Andrea- e secondo me la Tunisia è molto aperta e liberale». «Noi abbiamo studiato la cultura araba e per questo non abbiamo preconcetti, però mi devo confrontare sempre con chi, in Spagna, crede che gli arabi siano tutti nomadi che vivono nel deserto e vanno sul cammello. Ovviamente non è così».

Secondo Elisa bisogna sottolineare la grande apertura verso il prossimo, le dinamiche di ospitalità che caratterizzano la relazione con gli altri e gli stranieri, più facili a volte rispetto alla realtà italiana. E poi smentisce chi, erroneamente, definisce tutti gli arabi come “fondamentalisti”.

Alla domanda su quali siano, secondo la loro esperienza, le maggiori difficoltà di integrazione nel tessuto sociale e nella vita di Tunisi, Andrea afferma in tutta sincerità (nel video) di non averne: «Avevo aspettative molto basse e invece qui la gente mi ha aperto molte porte. Grazie a due o tre persone che ho conosciuto all’inizio, ora ho una rete di conoscenze e di relazioni amplissime e positive». Elisa invece, dona un tocco di freschezza con la sua sincerità, che riporta tutto a una verità semplice: «Nessuna difficoltà seria – ma poi con un sorriso ammette-, a parte il cibo!».

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