I musulmani e il Covid-19

di Shaych/Pir Muhammad Muddaththir Chishti Nizami (già Silvio Giuseppe Maria Gualini)
Presidente Jamia Al Karam Italia

In questi giorni, nei quali le masjid in Italia sono responsabilmente chiuse e siamo impossibilitati ad offrire la preghiera del Venerdì ( Salaat al Jummah ), i Musulmani Italiani si devono affidare all’Altissimo per essere preservati da quella che appare sempre di più come un prova discesa dal Cielo.

Personalmente non la vedo come una punizione, prima di tutto perché attribuire a questa pandemia il significato di “punizione Divina” sarebbe pretendere che il servitore usurpi il Trono del Padrone Unico. Questa del COVID 19, che ha d’improvviso trasformato il “nostro bel mondo dorato”, è a mio avviso una grandissima benedizione perché ci ha fatto toccare con mano quanto questa vita terrena sia insicura e precaria e non bisogna dare alcunché per scontat o.

Questo COVID 19 ci ha fatto riflettere ed apprezzare la nostra scelta di essere ritornati all’Islam, che al di là di tutto
è un “sistema perfetto” per preparare il fedele al passaggio ad un’altra vita che ci viene detta più volte essere molto più stabile e duratura di questa, oltre che migliore se ci guadagniamo quanto meno la salvezza. Un carissimo amico Pakistano mi ha telefonato per chiedermi come è veramente la situazione in Italia e si è stupito che ci fossero dei Musulmani ad avere paura di morire: come invidio gli Orientali per quell’atavico distacco dalla vita che è nel loro DNA!

Però, accidenti, a questa vita ci siamo abituati e facciamo fatica, noi nativi Occidentali, a scrollarcela di dosso! E poi sentire tutte le sere il “bollettino di guerra” della protezione civile con anonimi numeri di “caduti sul campo” ed ancor più anonimi, quasi asettici “morti sul campo”, che paiono ancora più anonimi perché, come si dice: “tanto sono vecchi”.

A mio modesto avviso solo chi ha assorbito l’Islam riesce ad avvicinarsi a quell’innata serenità orientale di fronte alla morte per cui non è necessario “indorare la pillola” come se morire “da vecchi” fosse meglio che morire “da
giovani”. Il tempo è relativo, anche per me che sono metrologo di formazione professionale ed ho lavorato su orologi atomici che spaccano il secondo dopo cinque milioni di anni (sic!) e forse ce ne siamo accorti tutti in queste giornate confinati a casa: il tempo sembra allungarsi, salvo quando sentiamo il bollettino di guerra. Una guerra im pensabile prima del fatidico 24 Febbraio 2020.

Prima di allora si pensava ad una guerra fatta da eserciti ed armi spaventose, invece ci tocca combattere
con una microscopica forma vivente che ricorda vagamente una vecchia mina navale. Organismo
che è stato onorato da un nome ampolloso: corona virus . Nome quasi accattivante per una
microscopica forma che ha una letalità simile ad una mina che danneggia una porta aerei ma che
affonda una fregata … con tutto il rispetto per i caduti.

Ma osservazioni personali a parte voglio cogliere l’occasione dell’ospitalità della redazione di DailyMuslim per far notare che le autorità sanitarie, sin dai primi momenti, danno essenziale importanza al lavaggio delle mani ed alla umidificazione con acqua delle vie aeree. Nessuno dei media che si spendono giornalmente a ricordare questo fattore basilare d’igiene ha ricordato e rilevato che da oltre 1441 anni i Musulmani per ben cinque volte al giorno si lavano per tre volte le mani, per tre volte inumidiscono l’apparato respiratorio facendo gargarismi alla bocca ed al naso,
anche se digiunano, e per tre volte lavano gli occhi (che è consigliato ed è Sunna tenere aperti) e si lavano anche le orecchie ed i piedi. I Musulmani lasciano le scarpe fuori dalla zona dove pregano e dove abitano, evitando di introdurre germi nelle masjid, nelle case loro e nelle abitazioni altrui.

Dovevamo attendere l’Organizzazione Mondiale della Sanità per comprendere che l’Islam anche in cose così terrene come l’abluzione rituale è un sistema perfetto ed Allah ama così tanto i Musulmani, coloro che Gli sono sottomessi, da proteggerli contro le stesse malattie che Egli nella sua Infinita Conoscenza invia all’Umanità per provarla?

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