Muhammad Muddaththir Silvio Gualini: “I musulmani vittime e perseguitati?”

 

Negli scorsi giorni c’è stato il ricordo della persecuzione nazista e fascista al popolo Ebraico che religiosamente e spiritualmente condivide con i Musulmani molto di più di quel che politicamente li divide. A proposito della Shoah, il filosofo Francese Jean Paul Sartre ebbe a dire: “l’antisemitismo, e la conseguente Shoah, non partivano soltanto da alibi pseudoscientifici, ma soprattutto da pulsioni sociali, dalla rabbia degli ultimi che cercavano qualcuno da abbassare sotto di sé, non sapendo elevarsi. Il razzista è un uomo che ha paura della sua vita, della sua libertà, della sua responsabilità, del mondo che cambia, non vuole meritare niente, è pensa che tutto gli sia dovuto per nascita, e l’ebreo qui è solo un pretesto: altrove ci si servirà del negro e del giallo”. Si sa i filosofi non sono dei futurologi e Sartre, anziché il giallo (oggi razza emergente dominante in numero e commercialmente), avrebbe dovuto dire il Musulmano. Ma, forse era negativamente influenzato dalla guerra coloniale dei francesi che torturavano ed ammazzavano gli Algerini (notoriamente Musulmani). Ma, è fuori di dubbio che proprio i “gialli” siano oggi i razzisti peggiori che perseguitano i Musulmani come ed anche peggio dei nazisti persecutori degli ebrei. Mentre scriviamo oltre un milione di cittadini cinesi sono imprigionati in campi di concentramento e rieducazione dove sistematicamente si cerca di distruggere in loro la luce dell’Islam. Ed il mondo Occidentale si volta dall’altra parte per non guardare e non sentire, preferisce ricordare la Shoah e rimanere impassibile di fronte al fatto che oltre un milione di Musulmani, quasi un sesto dei morti della Shoha è oggi, in questo momento, imprigionato in campi di concentramento ed in condizioni che non si conoscono ma si possono ben immaginare. Non solo ma per quei Cinesi Musulmani che sono ancora liberi è fatto obbligo di ospitare un “educatore” che ha la funzione di costringerli a comportarsi da non Musulmani: e questo significa forzare i malcapitati a bere alcoolici, mangiare cibi vietati e non pregare. Come se questo bastasse a creare dei non-Musulmani! Allah nella Sua Infinita Misericordia ha detto nel Sacro Libro che le leggi della Shariah sono sospese in caso di costrizioni, la mente ed il corpo di un Musulmano possono essere torturati ma non il suo cuore.

Ricordando un rapporto di Amnesty International del 2016 ben il 94% delle vittime di attentati provocati dal cosiddetto “Terrorismo islamico” è a sua volta musulmana. Questa realtà pone dei dubbi sulla reale origine di questo fantomatico “Terrorismo Islamico”. Lasciando da parte teorie complottiste con risvolti di fantapolitica internazionale notiamo che chi esegue materialmente questi crimini efferati è giovane e sa molto poco dell’Islam, specie i cosiddetti reclutati. Non me la sento di definirli convertiti perché il loro non è Islam, chiunque aderisce a movimenti jihadisti con finalità di uccidere chiunque non la pensi come loro non è Musulmano anche se recita la professione di fede. Non è recitando con la lingua che si diviene Musulmani, ma con il cuore. È come prendere un abito qualunque “non-firmato” e mettergli un’etichetta di Armani o Versace, l’etichetta però non cambia la realtà delle cose: l’abito sarà sempre un abito qualunque. Un individuo che aderisce ad un gruppo di assassini non può certo definirsi di nobile carattere e mettersi un’etichetta da Musulmano senza credervi di cuore non lo rende Musulmano di certo. Questa situazione dei presunti “jihadisti” in realtà ci ricorda la favoletta di Fedro del corvo (tumens inani graculus …) che si adorna con le penne del pavone per spacciarsi come tale, ma è e rimarrà sempre un corvo. Però questi presunti e sedicenti “jihadisti” ricordano sinistramente le orde naziste e rispecchiano in un certo qual modo la crassa ignoranza che li accomuna ai nazisti di un tempo che riuscirono a non pensare, ma solo ubbidire.

Ma vi è una categoria di vittime Musulmane enormemente più grande di coloro che hanno tastato la morte fisica, si tratta di tutti quei Musulmani pacifici, oltre un miliardo e mezzo, che gradualmente ed inesorabilmente vedono ridursi i loro diritti di liberi cittadini sia per leggi sempre più restrittive e coercitive sia per l’odio sempre più dilagante che è incitato dagli atti irresponsabili commessi da non-Musulmani – come gli auto-definiti combattenti islamici – e trova terreno fecondo nell’ignoranza che regna anche fra certe categorie di Musulmani che preferiscono defilarsi anziché non solo condannare ma collaborare con le forze dell’ordine dimentichi di una tradizione del Santo Profeta che disse che se avesse visto la sua figlia prediletta commettere un furto sarebbe stato il primo a denunciarla. Ma un furto è un reato senza dubbio odioso ma meno grave dell’uccidere persone inermi e colpevoli di un credo diverso come avviene con la bestiale arroganza dei presunti “jihadisti”.

Il pericolo serio è che possa scatenarsi all’improvviso ed in modo incontrollato una persecuzione vera e propria dei Musulmani in Europa come sta avvenendo in Cina in questo momento e come avvenne negli anni ’30 e ’40 del secolo scorso con gli Ebrei, vittime ignare di uno dei momenti più cupi della storia europea. Oppure come è avvenuta più recentemente nei Balcani con il massacro di migliaia di musulmani. Basta una scintilla e gli odi s’infiammano. Uno dei motivi per cui Allah nel Santo e Glorioso Qur’an narra delle storie del passato è per far comprendere ai Musulmani di saper leggere ed interpretare le condizoni storiche in cui vivono.

Oggi stiamo assistendo ad una politicizzazione dell’Islam, specie in Italia dove i dualismi destra-sinistra, garantismo e populismo stanno incalzando a scapito di una ricerca interiore, di una coscienza che l’Islam è oggi l’unica religione al mondo in grado di garantire la vita oltre la morte fisica pur conservando una fortissima valenza sociale con un sistema politico bassato sulla supremazia dell’autorità spirituale sul potere temporale. Infatti il risvolto sociale dell’Islam non necessita di un apparato democratico perché l’Islam è nato e si è sviluppato grazie alla superiorità e centralità del potere spirituale sul potere temporale o politico. Questo oggi è completamente dimenticato dai Musulmani, specie nei paesi cosiddetti Islamici, che hanno subito la “democratizzazione” dei loro colonizzatori. “Democratizzazione” che ha violentato e fatto sparire equilibri antichissimi. Non elevo un’accusa alla democrazia in quanto tale ma indubbiamente non è un sistema perfetto dove le gerarchie vengono rimescolate spesso a spese della verità. Questa confusione gerarchica fa correre il rischio che siano fatte delle dichiarazioni avventate e fuori dall’essenza stessa dell’Islam. Vale la pena ricordare che nell’ultimo discorso il Santo Profeta ha detto che non esiste superiorità fra Arabi e non-Arabi. Quest’affermazione vuol dire che nell’Islam non esiste superiorità di una razza su un’altra, non esiste superiorità di un bianco su un nero o di un nero su un bianco.

Vi è un ultimo punto. Non è forse ridicolo che della questione del riconoscimento dell’Islam debba essere il Ministero dell’Interno l’interlocutore dello Stato Italiano? Fra le molte, troppe manchevolezze dello Stato Italiano oggi sarebbe necessario un nuovo ministero, quello degli Affari Religiosi, con il preciso scopo di riconoscere e tutelare le minoranze religiose in Italia, minoranze che sono una realtà. I Musulmani non sono dei potenziali delinquenti da dover dialogare con lo Stato Italiano attraverso un ministero che si occupa primariamente di far rispettare la legge e l’ordine. I Musulmani rispettano la legge perché la nostra religione è intrinsecamente la più alta espressione dei valori civili e morali che si possano desiderare in una società ed ogni Musulmano deve essere orgoglioso di questo e forse le organizzazioni Islamiche che competono per avere la palma di essere i primi ad avere riconosciuto l’Islam in Italia dovrebbero abbandonare un certo servilismo verso personaggi che non esiterebbero un secondo a pugnarli alle spalle. Tutti i Musulmani dovrebbero dialogare direttamente con il Presidente del Consiglio dei Ministri che, da buon Cattolico, non potrà certo negare quanto Papa Paolo VI (Cardinale Giovanni Battista Montini) fece dire all’allora segretario di Stato del Vaticano Cardinal Koenig ai membri della Facoltà di Al-Azhar Al Cairo, Egitto, e cioè che “Musulmani e Cristiani adorano lo Stesso Dio”.

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