Macellazione halal, la verità oltre le bugie dei media (III parte)

Le macellazioni rituali sono state già oggetto di legge sia della Ue, sia dall’Italia, nel rispetto delle libertà religiose. Per l’Europa vi è il Regolamento 1099/2009 e per l’Italia vi è il decreto ministeriale dell’11 giugno 1980, con deroga purché la macellazione rituale avvenga in macelli autorizzati e sotto controllo delle autorità sanitarie locali (art. 4, comma 4 del Regolamento Ce 1099/2009).

Approfondiamo le regole per quanto riguarda la macellazione musulmana, per far comprendere meglio, ai molti, di cosa si parla:

La persona che fa il rito deve essere un musulmano.

L’animale deve essere orientato, fisicamente, in direzione di Makkah.

Il taglio dev’essere eseguito alla base del collo se questo è lungo; nella parte alta se il collo dell’animale non è lungo.

Il taglio della gola deve essere eseguito con una lama affilatissima, che non deve ledere la spina dorsale e non si deve sollevare dal corpo dell’animale, sino a che non si siano recise le arterie carotidi, le vene giugulari, la trachea e l’esofago, in un unico colpo.

Si tiene il coltello con la mano destra, mentre la mano sinistra tiene ferma la testa dell’animale.

Non bisogna stordire o colpire o rendere incosciente l’animale.

L’animale deve essere trattato con rispetto, tranquillizzato, fatto sdraiare sul fianco sinistro, in un luogo dove non ci siano tracce di altre macellazioni e pulito, per evitare che l’odore del sangue terrorizzi la bestia.

Si legano le zampe per proteggersi da eventuali spasmi e si lasca libera la zampa destra, per dare all’animale la possibilità di muoverla.

Prima di eseguire il taglio si deve dire: «Bismillàhi Allàhu àkbar!» («Nel nome di Allah, Allah è Grande!»).

(continua)

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