L’Inghilterra si riscopre islamofoba

In Inghilterra  si sta affrontando un argomento che sino ad ora era sembrato non potesse interessare la civile società d’Oltremanica. Qualche giorno fa, prima delle elezioni, il laburista Corbyn e il conservatore Johnson hanno discusso in televisione di antisemitismo e islamofobia. Sondaggi danno questi fenomeni in crescita rispetto agli anni passati, in particolare il primo ha avuto un incremento doppio, mentre l’altro triplo  ed il sentimento di insofferenza verso le altre religioni cresce in maniera esponenziale. Negli anni passati varie agenzie non governative avevano indicato ai partiti il serpeggiare nella società britannica di una specie di rete illegale che spronava il cittadino contro etnie e religioni diverse da quelle che potevano essere definite inglesi.

Ma quello che preoccupa i musulmani  è che gli apparati dello Stato non negano e non fanno nulla per combattere questa tendenza deplorevole: a iniziare dall’attuale primo ministro, che non smentisce le proprie dichiarazioni rilasciate nel 2018 con cui definiva le donne musulmane con il niqab come “cassette della posta” o peggio ancora, “rapinatrici di banche”, e scrisse che l’Islam ha tenuto il mondo musulmano secoli indietro rispetto all’Occidente.

In più il premier non reprime nelle sue file il sentimento anti-musulmano: il The Guardian ha pubblicato i dettagli di venticinque consiglieri del partito conservatore che avevano postato sui social materiale islamofobo e razzista, inneggiando alla chiusura delle masjid, riferendosi ai musulmani come barbari e nemici dell’Inghilterra.

Un sondaggio di YouGov per il gruppo anti-razzista Hope Not Hate ha messo in evidenza che il quaranta per cento dei membri del Tory ha dichiarato che la Gran Bretagna dovrebbe fare una politica di immigrazione anti-musulmana, e il trentanove per cento dei membri ha affermato che i “terroristi islamisti” sono ostili alla Gran Bretagna e bisognerebbe fare attenzione a tutta la comunità musulmana residente nell’isola. Il quarantatré per cento avrebbe dichiarato di non volere un primo ministro musulmano. E più della metà dei Tory considererebbe l’Islam una minaccia per lo stile di vita britannico.

Tutto questo ha messo in apprensione il Muslim Council of Britain, il quale, per voce del suo presidente, ha espresso: «Un governo islamofobo si sta preparando a governare l’Inghilterra». E l’ex ministro musulmano del governo Cameron,  Sayeeda Warsi, ha dichiarato: «Il partito conservatore deve iniziare a curare i suoi rapporti con i musulmani britannici; non si prende atto di ciò che è effettivamente accaduto, non si osserva la gravità dei casi, non si hanno dettagli su quanto sia grave il problema e su quanto inconsciamente non si sia fatto nulla per risolverlo».

La signora Warsi ha anche criticato il governo che non ha fatto nulla sulle dichiarazioni di Brendan O’Neill, editore della rivista Spiked, il quale in un’intervista su Sky dice che il termine “islamofobia” è stato inventato principalmente per non avere una discussione critica sull’Islam.

Dopo la Brexit, in UK non solo sono apparsi problemi inerenti i confini nazionali con l’Irlanda e il fatto che gli scozzesi vogliano chiedere un referendum per allontanarsi dall’Inghilterra e far parte dell’Europa, ma anche questioni che potrebbero portare ad un collasso interno dell’isola d’Oltremanica.

 

 

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