Libia, Foad Aodi (Amsi): “Corridoio sanitario urgente”

Il prof. Foad Aodi

In Libia la pace sembra ancora lontana e la soluzione del conflitto interno al Paese Nordafricano sembra sempre più difficile da raggungere. Il Dott. Foad Aodi (Amsi), tramite un comunicato, lancia un appello affinché si apra un corridoio umanitario per permettere di soccorrere la popolazione:

È tragico il bilancio della situazione in Libia e a Tripoli come riferiscono i medici locali in contatto costante con l’Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia). Inoltre, sono state trovate 6 fosse comuni, morti feriti gravi, bambini e donne oltre i morti negli ultimi 4 giorni negli scontri a Tripoli a Ben Kascir e Ain Zara e a Ben Kosci dove sono morti 4 persone della stessa famiglia, mamma e 3 figli di cui un neonato, un bambino di 4 anni e una ragazza. Colpite 8 ambulanze, 200 ragazze scomparse dall’inizio del conflitto e si è intensificato il conflitto a sud Tripoli e provincia che ha reso il bilancio ancora più tragico“, dichiara Aodi nel comunicare il bilancio dal 4 aprile ad oggi.

Il presidente dell’Amsi fornisce anche altri dati preoccupanti: “Sono 600 morti di cui 140 bambini, 150 donne, 25 sanitari con 3500 feriti, di cui 450 gravi; risultano al momento 75mila sfollati in maggioranza donne e bambini. Ieri 100 famiglie hanno lasciato Tripoli verso Sirte. A Bengasi c’è il serio pericolo di epidemia per le malattie degli ovini che minacciano un imminente contagio. Si stanno quindi isolando tutti gli animali malati, ma bisogna avvertire di non utilizzare l’acqua non pulita e impedire la vendita delle pecore malate per non conteggiare le persone. Alcuni piloti libici rifiutano di attaccare civili e le postazioni abitative della popolazione e hanno richiesto consulti psichiatrici a causa di psicosi generalizzata tra i militari e per paura di rappresaglie nei loro confronti a causa del loro rifiuto. A questo scopo vengono utilizzati piloti mercenari che vengono pagati 1000 dollari per ogni attacco. Gli attacchi eseguiti dai mercenari di origine straniera provocano numerosi morti tra bambini e donne. Tanti altri sono stati tirati fuori da sotto le macerie; 5000 dinari libici vengono offerti a giovani e minorenni per combattere“.

Si sta registrando un aumento di giovani che arrivano da Algeria, Mali e Nigeria tramite il deserto, combattenti di Daesh (Isis, ndr), reduci dalla Siria e simpatizzanti libici locali che combattono e bruciano le case della popolazione inerme. Negli ultimi due giorni hanno bruciato 20 abitazioni e sono morte 6 persone in provincia di Sabha, mentre è rimasto ferito un fotografo Reuters durante i combattimenti a Ain Zara. Ben 1000 dei 7000 combattenti tunisini che sono partiti per combattere in Siria sono prigionieri in Siria, Iraq e Libia, ma la maggioranza sono in Libia. Tanti cercano di tornare in Tunisia, tra cui 200 donne e 100 bambini; molti hanno un’età inferiore ai 6 anni e sono nati proprio nell’epoca di Daesh. Nell’ultimo anno, sono aumentate le partenze ed è in aumentato il numero dei morti, così come il numero dei migranti detenuti nei centri coinvolti nei conflitti in Siria, Iraq e Libia. Sono state reclutate numerose donne-poliziotto a Bengasi per assistere le famiglie con donne e bambini vittime di violenze sessuali. Il traffico d’organi clandestino, secondo le stime, sta aumentando visto l’alto numero degli orfani e minorenni scomparsi, comprese le ragazze. Finalmente negli ultimi due giorni sono stati pagati gli stipendi di gennaio, febbraio e marzo 2019 dei diplomatici e dei dipendenti delle 141 Ambasciate e consolati libici all’estero“.

Infine, il dottor Aodi si rivolge al Governo Italiano un appello per aprire un corridoio sanitario urgente per salvare feriti e bambini, donne e migranti e ai media italiani di non abbassare l’attenzione sulla Libia e paesi di conflitti perché c’è un massacro di civili in atto.

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