La Turchia striglia l’Europa e rivendica i diritti dei suoi ciprioti

Respinge e condanna le richieste ricevute ieri dal Consiglio degli Affari esteri dell’Unione europea e chiede al Vecchio continente di essere da questo appoggiata nella lotta ai terroristi del Pyd/Ypg. Nel comunicato della sua ambasciata di Roma, la Turchia striglia l’Europa: «L’operazione Peace Spring viene condotta con successo sulla base del diritto internazionale, conformemente al nostro diritto di autodifesa ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla lotta al terrorismo».

Il Paese della mezzaluna informa di considerare scorretto «il fatto che l’Ue sia rimasta in silenzio nelle conclusioni del Consiglio sul massacro in cui 18 civili innocenti, tra cui un bambino, sono stati assassinati negli ultimi due giorni nel nostro paese a seguito di atti terroristici di Pyd/Ypg, sostenuti da alcuni paesi dell’Ue».

L’operazione “Peace Spring” fornirà, informa l’ambasciata, «una zona sicura al confine tra Turchia e Siria» e «faciliterà il ritorno volontario degli sfollati siriani nelle loro terre». E nel comunicato si rammenta «che l’articolo 9 dell’accordo del 18 marzo impone all’Unione europea e ai paesi membri, insieme alla Turchia, l’obbligo di migliorare le condizioni nelle zone vicine al confine turco del territorio siriano al fine di consentire alla popolazione locale ed ai rifugiati di vivere in aree più sicure».

Secondo la Turchia, l’Europa ignora i ciprioti turchi. Dunque: «È un grande paradosso da parte del Consiglio dell’Ue indicare che la delimitazione della zona economica esclusiva della piattaforma continentale dovrebbe essere effettuata attraverso il dialogo e i negoziati in buona fede, in conformità con il diritto internazionale e il principio di buon vicinato da una parte, e approvare le rivendicazioni unilaterali sull’area giurisdizionale marittima dell’Amministrazione greco-cipriota, tentando di imporre queste rivendicazioni alla Turchia con il pretesto della “solidarietà dell’Unione”, dall’altra».

Conclusione:«Riconsidereremo seriamente la nostra cooperazione con l’Ue in determinati settori per questa sua posizione illegale e faziosa».

(in foto: ambasciata della Turchia a Roma)

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