La figuraccia del “libero” pensiero davanti alla Storia

I soliti televideoti e i seguaci del pensiero unico e conveniente, che, affaccendati in essenziali bagatelle concorrenti della lana caprina, ignorano la bellezza della vita e la ricerca del vero, molto probabilmente non hanno colto, nella notizia dei post pubblicati dal professor Emanuele Castrucci da Siena, la meraviglia di certa stampa italiana. Covi di fini e infallibili pensatori che per eccellere non hanno perso nemmeno questa occasione, generosamente donata da un docente universitario politicamente scorrettissimo, di considerare la Storia come un cadavere in avanzata putrefazione, sicché scoperchiarne il sarcofago, per capire di più sul de cuius, cioè il passato, o solo per confermarne i perimetri, è per le loro alte menti operazione ad alto rischio tossico.
I giornali hanno definito antisemita l’impavido e imprudente professore dell’Università di Siena, considerando la sua critica agli ebrei. Ma hanno commesso un grave errore: i semiti sono anche gli arabi. E lo sono i cristiani in riferimento alla sfera che indicò nel 1938 da Ambrogio Damiano Achille Ratti, alias Pio XI: «Noi siamo spiritualmente semiti». Dunque, per far capire il concetto al più ostinato degli invasati, se un livornese recita l’antico detto «meglio un morto in casa che un pisano all’uscio», emblematico di una certificata rivalità, ciò significa che tale soggetto non veda di buon occhio gli abitanti della vicina città, ma non vuol dire che sia anti-italiano. Chi critica gli ebrei non necessariamente è antisemita, benché ormai i due concetti siano spesso sovrapposti. E non abbiamo traccia di astio del professor Castrucci verso gli arabi.

Né il docente ha negato l’Olocausto. Ha tirato in ballo «i veri mostri che oggi vi governano dominando il mondo». A chi non ha paura della Storia tale affermazione espressa su “Twitter” suscita la curiosità di scoprire un punto di vista diverso da quello della vulgata corrente, magari confortata da fatti che gli storici “corretti” hanno scaltramente accantonato. E dunque a cosa si riferiva il professor Castrucci? Forse a talune democrazie? O a poteri sovranazionali che influenzano gli Stati? Perché non ascoltare una interpretazione della Storia che sia fuori dal coro?

A fior di intellettuali e ricercatori e in primis al rettore dell’Ateneo senese non garba la libertà di opinione, il dibattito sulla Storia deve procedere sui binari che a loro piacciono. Costoro non si “abbassino” al livello del docente eretico per confutarlo sonoramente, preferiscono trincerarsi dietro al risentimento, alle facili accuse di revisionismo e filonazismo. Già, meglio tappare la bocca a chi approfondisce alcuni capitoli della Storia. «Così è e non si discute»: la tirannia dei detentori della verità.

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