La Confederazione Islamica Italiana è pronta a intraprendere azioni legali

Con un duro comunicato la CII – Confederazione Islamica Italiana, si dichiara pronta a intraprendere azioni legali a tutela dell’organizzazione e del Presidente Mustapha Hajraoui.

DI seguito il comunicato ufficiale:

“Il 27-28 giugno 2020, a Roma, si è riunito il Consiglio direttivo della CII, composto da tutti i presidenti delle Federazione Islamiche regionali, dalle delegazioni in rappresentanza delle donne e dei giovani, che ha respinto le false e infondate ricostruzioni dalle quali derivano accuse diffamatorie, apparse su alcuni siti web e sui Social. Il Consiglio ha deliberato di adire con tutte le opportune azioni legali a tutela dell’immagine della organizzazione e dell’onorabilità del presidente, Mustapha Hajraoui.

La CII ha sempre agito in modo assolutamente trasparente e corretto, nel rispetto dei propri associati, del Paese e delle sue istituzioni, perseguendo scopi volti all’aggregazione dei centri islamici e delle moschee esistenti nel territorio italiano, per favorirne l’armonizzazione nel contesto religioso, culturale e civile italiano, nel rispetto dei principi della Costituzione.
In nome della libertà di stampa non si possono tollerare accuse e calunnie infondate da parte di chi, spacciandosi per giornalista e “paladino” dei musulmani, rincorre profitti personali. Il Consiglio direttivo ha altresì rinnovato il proprio impegno volto a rafforzare il legame di coesione e di fiducia nella CII per l’impegno di responsabilità assunto con la comunità islamica italiana.

Il Consiglio ha deliberato di convocare l’assemblea straordinaria, per il prossimo mese di luglio, al fine di approvare le modifiche allo Statuto della CII e del Regolamento delle Federazioni islamiche, in linea con le indicazioni ricevute dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi della Campania, per il riconoscimento della personalità giuridica quale ente di culto presso la sezione Affari dei Culti del Ministero dell’Interno. Tale percorso intrapreso in sintonia con la rilevanza del nuovo pluralismo religioso è la condizione preliminare per l’avvio di negoziati volti al raggiungimento di Intese, ai sensi dell’Art. 8, comma 3 della Costituzione”.

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