Kashmir, contro la legge che prevede carcere per chi usa i social

A Srinagar, distretto dello stato federato del Jammu e Kashmir, le autorità hanno svolto indagini contro gli utenti dei social media in base alle leggi “anti-terrorismo”, per aver sfidato un divieto sui social media utilizzando server proxy.

La cosa ha scatenato il panico tra il popolo del Kashmir, che è stato bloccato dalla sicurezza e dalle comunicazioni dal 5 agosto, quando la regione a maggioranza musulmana è stata privata della sua già limitata autonomia.

Le autorità hanno ripristinato Internet a bassa velocità 2G il 24 gennaio – sei mesi dopo che Internet è stato interrotto dalla regione – ma il divieto sui social media è continuato. I cittadini, però, hanno infranto il blocco utilizzando reti private virtuali (VPN) per accedere a siti nella lista nera, in particolare i social media.

Per far fronte alla situazione il governo ha minacciato la promulgazione di leggi che prevedono anche l’arresto per chi usa i social network. Questo ha mobilitato le piazze e le associazioni per i diritti umani, che chiedono di non calpestare il diritto alla libera espressione, la cui violazione sarebbe incostituzionale.

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