Ispettorato del Lavoro, le linee guida contro caporalato e sfruttamento

“Una delle priorità d’intervento del personale ispettivo sarà rappresentata dal contrasto al fenomeno del caporalato, volto a garantire una tutela sostanziale a categorie di lavoratori particolarmente deboli e ricattabili, come ad esempio avviene per i lavoratori extracomunitari”. È quanto promette il Documento di programmazione della vigilanza per il 2019, pubblicato il 10 aprile dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), che pone la lotta al caporalato, insieme a quella al lavoro nero, in cima alla lista dei suoi obiettivi.
Il Capo dell’Ispettorato, Leonardo Alestra, ricorda i legami tra il sommerso e il reato di “Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” punito dall’articolo 603-bis del codice penale e spiega che quest’anno gli interventi degli ispettori saranno “mirati in particolare alle aree geografiche del Meridione, ove usualmente è maggiore la concentrazione di siffatte irregolarità, anche per la presenza di più rilevanti colture agricole stagionali assorbenti più significativi volumi di manodopera per le operazioni di raccolta”. Sarà fondamentale il lavoro di squadra con altri organi di controllo e con i carabinieri e sul campo opereranno anche task force straordinarie che si avvarranno della presenza di mediatori culturali.

Proprio alla vigilanza in materia di “Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” è dedicata una circolare emanata dall’INL lo scorso 28 febbraio. Contiene le Linee Guida sulle attività da svolgere per portare alla luce il reato commesso da chi “recluta manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori” e da chi “utilizza, assume o impiega manodopera”, anche mediante quell’attività di intermediazione, “sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno”. 

La circolare approfondisce, anche richiamando la giurisprudenza, gli elementi costitutivi del reato e dà indicazioni sull’attività investigativa, da come identificare intermediario e utilizzatore a perquisizioni, sequestri e rilievi, passando per le indagini patrimoniali e, naturalmente, per la raccolta di informazioni sui rapporti di lavoro. Su quest’ultimo fronte, spiega l’INL, è “fondamentale l’audizione dei lavoratori coinvolti” e, quando questi sono cittadini extraue privi di permesso di soggiorno, “è opportuno ricordare loro alcune disposizioni di favore previste dall’ordinamento”, come il rilascio di un permesso di soggiorno e l’inserimento in programmi di assistenza e integrazione sociale.
A quei lavoratori, gli ispettori dovrebbero porre “domande specifiche, evitando domande che possano nuocere alla sincerità della risposta o che tendano a suggerirla”, per capire se si trovano  davanti a vittime del reato di cui all’art. 603 bis. Alle Linee Guida sono quindi allegate una serie di domande, “da selezionare in base al caso concreto”, che possono essere utili per accertare i presupposti del reato, cioè lo stato di bisogno e lo sfruttamento, per il quale la legge prevede diversi indici: retribuzioni palesemente difformi da contrattazione collettiva o spoporzionate rispetto al lavoro; violazione di norme sui orari, riposi, aspettativa e ferie;  violazione di norme su sicurezza e igiene; condizioni, metodi di sorveglianza e situazioni alloggiative degradanti.
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