Da fine gennaio i manifestanti sciiti nelle piazze irachene non hanno più la protezione delle milizie sadriste, che si sono schierate contro di loro e hanno alzato il livello degli scontri e dei morti, con il risultato di aver messo musulmani sciiti gli uni contro gli altri. Ne risulta una guerra che si combatte “tra milizie estremamente equipaggiate e manifestanti a mani nude”.
Il 5 febbraio la città santa di Najaf è stata teatro di massacri nelle proteste antisadriste, lasciando sul terreno 8 morti e più di 120 feriti.
“Tutti, compreso il premier incaricato, hanno domandato cosa facessero le forze di sicurezza regolari e perché non fossero lì per impedire una violenza che rischia di portare a una guerra civile, in un paese in cui tutti sono stanchi delle guerre”, si chiede il giornalista Zuhair al Jezairy nella sua analisi per Internazionale, tradotta da Francesco De Lellis.