Il terrore per i maschi adulti convertiti: la circoncisione (I parte)

Ho volutamente usato un titolo ad effetto per parlare di un argomento pernicioso che esiste fra i maschi ritornati all’Islam: la circoncisione. La rimozione di un pezzo di pelle che copre il glande dell’apparato riproduttivo del maschio ed ha un decorso di pochi giorni (meno di una settimana), indubbiamente più penoso in un individuo adulto. Operazione che nelle famiglie musulmane e nei Paesi a prevalenza Islamica è praticata in tenera età e comunque prima dello sviluppo sessuale. Deliberatamente ho separato la circoncisione maschile da quella femminile che sarà oggetto, se Allah vuole, di un altro mio intervento. Ho deciso in questo modo perché sulla circoncisione maschile vi è chiarezza nelle scritture delle tradizioni semitiche ed anche nella maggioranza dei dotti, anche se non vi è esplicita menzione di questa pratica nel sacro e glorioso Qur’an Karim ma solo nelle tradizioni profetiche (ahadith).

Il tema più delicato e sfuggente dal punto di vista dei princìpi è indubbiamente quello della circoncisione femminile che assolutamente non è obbligatoria nell’Islam ma resiste in alcuni Paesi dell’Africa (Egitto, Sudan e Somalia) sia come pratica islamica (nella forma lieve) sia come pratica precedente all’Islam (infibulazione, addirittura avversata dall’Islam), nonostante leggi locali ne sanciscano il divieto.

Una domanda spontanea che sorge è: se Allah voleva avere gli uomini senza quel pezzo di pelle, perché non li ha creati senza di esso?. Lungi dal sapere interpretare la suprema volontà di Alla,h la risposta che mi saprei dare è: «Per distinguere i sottomessi dai non sottomessi». Tenendo presente che il termine “sottomesso” è l’equivalente di “muslim”, la risposta comincia ad avere un senso. Significato avvalorato dal fatto che il padre delle tre religioni semitiche (Giudaismo, Cristianesimo ed Islam), Hazrat Ibrahim Alaihi Wa Sallam (Abramo), risolse il problema alla veneranda età di 80 anni praticando la circoncisione da solo con un unico colpo d’accetta (secondo alcune tradizioni).

Il titolo volutamente provocativo indica i maschi perché non esistono fonti coraniche e di tradizioni (ahadith) che incoraggino o rendano obbligatoria la circoncisione femminile che purtroppo è ancora praticata in alcune zone dell’Africa, specie nelle zone Nord Orientali, dove viene anche professato l’Islam. Ma queste pratiche tribali non devono essere confuse – come purtroppo spesso avviene e non sta a me giudicare se sia per sbaglio o premeditazione – con i dettami dell’Islam, che si devono fondare sulla Rivelazione (il santo e glorioso Qur’an Kareem) e la Shariah, basata sulla Sunna, cioè il comportamento del santo Profeta e l’interpretazione delle varie scuole giuridiche (Hanafi, Maliki, Sha’fi, Hanbali, e Jafri per gli shiiti).

Il neonato musulmano maschio deve essere circonciso. La pratica della circoncisione (khitan) pare essere in conflitto con il principio islamico, condiviso con il Cristianesimo, della sacralità del corpo umano (anche perché il corpo è considerato ad immagine e somiglianza del Divino). Infatti, qualsiasi danno fisico, dal caso estremo dell’omicidio fino alle ferite anche lievi, arrecato ad una persona, è sanzionato dalla legge penale, che è parte della Shariah. Solo i necessari interventi medici sul corpo umano sono considerati leciti. Tuttavia, la circoncisione non è considerata una menomazione fisica, ed è pertanto lecita perché costituisce un atto di sottomissione ad Allah e poi perché fondamentalmente l’Islam non rinnega le precedenti tradizioni semitiche (Giudaismo e Cristianesimo) ma le integra e rivitalizza per cui anche per i musulmani vale quanto riportato nel Vecchio Testamento (Genesi 17, 10-11):«Questa è la mia alleanza che dovete osservare, alleanza tra me e voi e la tua discendenza dopo di te: sia circonciso tra voi ogni maschio». E poi: «Vi lascerete circoncidere la carne del vostro membro e ciò sarà il segno dell’alleanza tra me e voi».

Per un musulmano maschio questa alleanza è in realtà sottomissione completa alla volontà divina. Ogni maschio completo e sano di mente e normo-dotato è conscio e fiero della propria mascolinità e questo rende l’atto di sottomissione più incisivo, tanto che, al contrario dei “cugini” ebrei, nelle famiglie musulmane si tende a eseguire la circoncisione quando il ragazzo, non ancora sessualmente maturo, è cosciente dell’intervento, che nel subcontinente asiatico (Afghanistan, Bangladesh, Kashmir, India e Pakistan) viene quasi sempre effettuato dal parrucchiere di famiglia o del villaggio. Similmente ed in considerazione della circoncisione di Abramo, qualsiasi maschio sano ed anche in età avanzata deve circoncidersi come attestano varie tradizioni profetiche (ahadith) a meno che non esistano impedimenti particolari di varia natura. E qui sta l’onestà individuale: nel non darsi delle scuse. Ed è anche per questo che Allah avverte che verremo giudicati per le nostre intenzioni e non già per i risultati delle nostre azioni in quanto il risultato è con Allah.

A questo proposito alla domanda se sia obbligatorio per un maschio adulto essere circonciso dopo la conversione, la prestigiosa Dar Al Ifta Al Missriyya (Casa della Fatwa in Egitto), collegata al dipartimento di Shariah dell’Università Jamia Al-Azhar, Cairo, Egitto ha emesso la seguente fatwa (responso basato sul santo e glorioso Qur’an Karim e sulla Shariah):«La circoncisione è un atto di Sunnah per chiunque abbraccia l’Islam. Tuttavia, secondo l’opinione degli studiosi che mantengono questa raccomandazione, la circoncisione non è considerata una Sunnah se la persona che abbraccia l’Islam teme danni. Persino gli studiosi che mantengono la validità dell’obbligo dichiarano che è inammissibile condurre la procedura in caso di timore del danno fisico. In tal caso, la circoncisione deve essere ritardata fino a quando è garantita la sicurezza della persona poiché non vi è alcuna adorazione quando si è di fronte a situazioni che possono causare danni fisici. E se alcuni obblighi sono revocati a causa della paura di incorrere in un danno fisico, allora è di grande priorità rinunciare a questioni raccomandate in casi simili di danno fisico, come è evidente nelle parole di Dio onnipotente: “E non buttarti [con le tue] mani nella distruzione”».

(continua)

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