Blasfemia, condanna definitiva per un’austriaca

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) nei giorni scorsi ha emesso una sentenza di condanna definitiva per una donna austriaca che aveva incolpato di pedofilia il profeta Muhammad per il matrimonio con una bambina. Il fatto è accaduto in Austria nel 2009. Ma esiste anche la risoluzione 16/18 adottata dal Consiglio dei Diritti dell’Uomo dell’ONU, datata 24 marzo 2011, che invita tutti i Paesi a lottare contro l’intolleranza, gli stereotipi negativi e la stigmatizzazione delle religioni.

La Corte ha dichiarato che il matrimonio fu celebrato quando Aisha, la moglie del Profeta, aveva 6 anni, ma venne consumato quando lei ne aveva 9 e tale matrimonio durò per tutta la vita del Profeta, quindi non poteva considerarsi un atto di pedofilia. In passato, era assai comune che i matrimoni fossero combinati molto presto, in età giovanissima, per tanti motivi: perché la durata media di vita era assai inferiore a quella di oggi, perché le persone maturavano prima e poiché erano la società e la vita stessa ad imporlo.

Si ricordino ad esempio anche tutte le figure religiose presenti nei libri sacri monoteisti, che indicano le donne giovani come adatte per i matrimoni, specialmente per la Torah. Le uniche eccezioni sono rappresentate da Sara e Agar, le mogli rispettive di Zaccaria ed Abramo che erano avanti con l’età. E senza scomodare figure cosi importanti, basti ricordare i tanti uomini potenti che a 15 anni sono stati re, condottieri e mariti, e i tanti matrimoni che furono celebrati da giovanissime coppie nell’Europa medievale o tra gli antichi Romani e Greci. Per non parlare del fatto che, un secolo fa, i matrimoni venivano celebrati tra uomini tra i 18 ed i 23 anni e donne tra i 16 ed i 19 anni, ma nessuno ha mai gridato allo scandalo.

Oggi tutto è cambiato ed è prassi raggiungere la maggiore età per contrarre matrimonio, che spesso nell’Occidente evoluto avviene oltre i trent’anni per entrambi i coniugi, ma ciò non significa dover necessariamente imporre la moderna tendenza al passato.

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