Il futuro prossimo dell’Hajj

 

In questi giorni si rincorrono notizie riguardo alla possibilità di non far svolgere il quinto pilastro della nostra religione: l’Hajj.

Il ministero dell’Hajj e Umrah non ha dato smentita di questa notizia, ma neanche conferma. In questi giorni si è tentato di riaprire Masjid alHaram ai pellegrini ma in ranghi ridotti, e il regno saudita sta tentando di formulare una direttiva per ospitare i pellegrini, tentando, come in questo periodo, di controllare tutti i fedeli intenzionati a recarsi a Makkah: a Istanbul si stanno facendo i test di negatività al CoViD19, ma è un’operazione lunga e laboriosa.

Per il momento si sta chiedendo ai tutti i musulmani intenzionati di fare Hajj, di non versare caparre o fare biglietti per il paese arabo, fino a quando non si avrà una decisione definitiva: “Nelle circostanze attuali, stiamo parlando di una pandemia Internazionale, e chiediamo a Dio di metterci al sicuro.” Parole del ministro Muhammad Salih bin Taher, che ha rivelato la preoccupazione del regno per la sicurezza dei pellegrini. Il funzionario saudita ha anche confermato le misure che i sauditi stanno adottando per risarcire le persone che hanno acquistato i visti Umrah, prenotati in precedenza e che non sono riusciti a compiere l’obbligo religioso, causa CoViD19.

Vi sono già sentenze religiose che consentono l’annullamento del pellegrinaggio, tra cui una che risale a più di un secolo, del Mufti Andak Sheikh Muhammad Bakhit Al-Mutai ‘, sulla necessità di posticipare il dovere, a causa di un possibile pericolo per i pellegrini: sia per cause di guerra o sia per causa di malattie infettive.

Questo è già successo in passato, per la prima volta, durante il regno del secondo califfo Umar ibn Al-Khattab a causa, come sta accadendo, della diffusione di un’epidemia: la peste. Poi ci sono state altre sospensioni negli anni 1814, 1831 e 1883, sempre causa epidemie.

Il pellegrinaggio è stato fermato anche per causa di guerre e crisi politiche: il più lungo e famoso nella storia fu l’incidente dei “Qarmati”, quando lo s’impedì per quattro decenni.

 

 

 

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