Il denaro entra in Italia, ma è minore quello che ne esce

La Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) rende noto che, secondo gli ultimi dati della World Bank, durante il 2017, l’Italia ha ricevuto 9,8 miliardi di dollari in rimesse dall’estero e ne ha mandati all’esterodi 9,3. Secondo Ismu non si tratta solo di rimesse di migranti, ma i dati includano anche gli italiani temporaneamente all’estero (e gli stranieri temporaneamente in Italia). Tuttavia per l’Italia si sia registrato un guadagno.

 Tale trend è dovuto probabilmente sia a una minore disponibilità economica della popolazione immigrata, a causa della crisi, sia al fatto che gli immigrati con maggiore anzianità migratoria hanno spostato il centro dei loro interessi, anche affettivi, dal Paese d’origine all’Italia, dove spendono e fanno investimenti economici. E le maggiori recenti emigrazioni dall’Italia sia di italiani sia di stranieri con cittadinanza italiana hanno probabilmente contribuito ad aumentare il flusso di rimesse verso il territorio nazionale.

In base alle stime della World Bank risulta che lo Stato da cui partono più rimesse per l’Italia sono gli Stati Uniti, poi Germania, Francia e Canada. Per quanto riguarda le rimesse in uscita dall’Italia, i dati della World Bank pongono al primo posto a sorpresa la Francia davanti alla Romania e alla Cina, a cui seguono Nigeria e Marocco.

Nel 2017, tra i 25 Paesi con maggiore numero di residenti in Italia, al primo posto per invio di rimesse dall’Italia verso l’estero si colloca la Nigeria, con il valore di ben 478 dollari medi mensili pro capite, davanti all’Egitto (219), alla Serbia (190), alla Cina e al Senegal (182 entrambi); e con in coda Macedonia (23), Albania (50), Bangladesh e Romania (54), Ucraina (61), Bulgaria (69), Russia (75) e Kosovo (94).

Si rileva anche il basso valore relativo ai cittadini ucraini, prevalentemente donne con obiettivi migratori fortemente legati al lavoro d’assistenza domiciliare e di risparmio e rimesse verso il Paese d’origine. Se il dato sui nigeriani è sicuramente fortemente incrementato da transazioni economiche, al contrario, quello ucraino è sottostimato in assenza di contabilizzazione delle rimesse di tipo informale.

 

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