Idlib, tre scenari per il futuro della Siria

Dopo le escalation delle ultime settimane, che lasciano presagire uno scontro tra Russia e Turchia che non gioverebbe a nessuno, con gli Stati Uniti alla finestra, l’analista politico Marwan Kabalan ipotizza alcuni scenari per il futuro della Siria su AlJazeera.

Sotto la pressione di dover fermare l’avanzata del regime di Assad a Idlib e allo stesso tempo di preservare le sue relazioni con la Russia, la Turchia ha pochissimo spazio di manovra. A questo punto, sembrano esserci tre possibili scenari.

Il primo e più favorevole per la Turchia è che la Russia accetti di mantenere l’accordo sulla zona di declassamento a Idlib e ordini alle forze del regime di tornare alle posizioni che hanno ricoperto prima della sua ultima offensiva. Ciò potrebbe essere combinato con un rilancio del processo politico e con la ripresa delle riunioni del comitato costituzionale, incaricato di redigere emendamenti alla costituzione siriana concordati dal regime, dall’opposizione e dalla comunità internazionale.

Sebbene la Turchia abbia tentato di spingere per un tale accordo minacciando un’azione militare se il regime siriano non si fosse ritirato, la probabilità che ciò accada è molto ridotta.

Il secondo scenario è la Turchia che accetta le nuove realtà sul campo e consenta al regime siriano di controllare le autostrade M4 e M5, ma usando la forza per prevenire ulteriori avanzate. Potrebbe cercare di stabilire “una zona sicura” in Idlib istituendo posizioni di difesa rafforzate lungo la linea del fronte e fornendo all’opposizione siriana armi pesanti, in particolare missili antiaerei. Sembra che Ankara abbia già adottato questa politica dato che due elicotteri del regime sono stati abbattuti a Idlib con armi antiaeree.

Il terzo scenario – che la Turchia vuole evitare – è un’escalation con la Russia. La presenza di armi antiaeree a terra aumenta il rischio di abbattimento di un aereo russo. L’esercito turco sta probabilmente prendendo precauzioni per evitare uno sviluppo così pericoloso, ma dati i massicci dispiegamenti sul campo, è il più vicino dal 2015 a un confronto con le forze russe.

Mentre la Turchia continuerà a seguire attentamente la questione Idlib, ciò che accadrà dopo dipenderà molto da ciò che gli Stati Uniti decideranno di fare. Finora Washington ha inviato segnali contrastanti ad Ankara. Il segretario di Stato Mike Pompeo ha espresso il suo sostegno per la Turchia, così come il rappresentante speciale per l’impegno in Siria James Jeffrey. Il Pentagono, tuttavia, ha risposto affermando che “Nessun accordo è stato fatto”.

Ma proprio mentre la Russia ha cercato di spingere ulteriormente la Turchia e i suoi alleati della Nato, gli Stati Uniti possono decidere di cogliere l’occasione per fare lo stesso con il riavvicinamento turco-russo sostenendo un’operazione turca a Idlib.

Ad ogni modo, le decisioni importanti dovranno essere prese ad Ankara, Mosca e Washington nelle prossime settimane – decisioni che potrebbero determinare la prossima fase del conflitto siriano.

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