Tempo fa, in un contesto storico leggermente diverso, si fece un gran parlare sull’ipotesi che gli imam dovessero giurare sulla Costituzione della Repubblica italiana. Qualcuno lo fece, altri no; difatti, divenne famoso il caso dell’Imam “supplente” della Comunità islamica di Treviso che si era rifiutato di prestare giuramento per il conferimento della cittadinanza italiana e fu espulso, come riporta una nota del Ministero dell’Interno, perché “Disprezzava i principi fondanti la nostra Costituzione e aveva rifiutato di prestare giuramento per il conferimento della cittadinanza italiana”. Il palcoscenico mediatico finì quasi immediatamente.
Qualcuno ora paventa di far giurare i musulmani italiani sulla Costituzione italiana, liberi cittadini che italiani già lo sono ed hanno la cittadinanza per nascita o acquisizione: in pratica, dovrebbero giurare solo perché cittadini italiani, ma di fede musulmana.
Questa la replica dell’Associazione Nazionale Musulmani italiani: “Proposta ridicola – commenta il presidente Raffaello Yazan Villani – chi nasce italiano lo ha già nel DNA il rispetto della Costituzione e le leggi del nostro paese, l’Italia è uno stato di Diritto e sei dovuto a rispettare le leggi musulmano o non musulmano. Italiano o straniero, se commetti un reato devi andare in prigione, proposta quasi discriminante che tenda a identificare che il musulmano italiano tende a non rispettare le leggi”.
Per i nuovi italiani il discorso è diverso poiché Il Giuramento di fedeltà alla Repubblica italiana è un passaggio necessario per poter acquisire la cittadinanza con la seguente formula:“Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi dello Stato”.
Il Giuramento di fedeltà alla Repubblica italiana viene fatto davanti al Sindaco o ad un suo delegato in qualità di Ufficiale di Stato Civile, di solito un assessore o un consigliere comunale con la fascia tricolore. La sala dove avviene il giuramento è aperta al pubblico e può assistervi chiunque.