Gli alimenti halal come beni di prima necessità

In questo difficile momento in cui si parla di bisogni e necessità, viviamo su confini spesso labili tra il necessario ed il frivolo, barcollando tra permessi e limitazioni. Mangiare, nutrirsi è senza ombra di dubbio un bisogno più che primario, se non si mangia la vita finisce! Ma siamo onesti e sinceri con noi stessi, mangiare non è solo un bisogno primario, è per tutti un vero piacere, un momento di unione e riunione della famiglia.
In questi giorni le famiglie si riuniscono specialmente per l’Iftar, attorno ai piani di lavoro delle cucine a preparare manicaretti di tutti i tipi, il lievito è sparito dai negozi di alimentari alla velocità della luce.
Abbiamo vissuto la prima crisi del lievito della storia, per fortuna superata. Sembra che tutti i supermercati abbiano nuovamente il prezioso ingrediente. Tutti questi dolci, pizze, piatti di alta cucina, prepararti e postati sui social a raffica nelle varie fasi di preparazione, fino al piatto finale, sono una necessità?

La necessità indiscutibile di mangiare è fine al fatto in senso stretto, mangio per sopravvivere, per non morire, ottempero al mio bisogno fisiologico di introdurre nel mio organismo sostanze nutritive (vitamine, proteine, grassi) o fa riferimento al mio desiderio di oltrepassare oltremodo il bisogno fisiologico mettendo sulla tavola 12 portate tipo matrimonio ogni giorno.

Per variare la dieta si va a fare la spesa tutti i giorni, solo prodotti freschi, anzi per essere più sicuri si va una volta la mattina per la spesa asservita al pranzo e una volta nel pomeriggio per la spesa destinata alla cena.

In realtà di tutto questo non si parla da nessuna parte, o meglio nelle parti in cui ci si danno obblighi e divieti, è tutto affidato al nostro buonsenso.  Il buon senso ha portato qualcuno a pensare che poteva allontanarsi un po’ per poter comprare dei prodotti halal, della carne in particolare.
Sembra che quel buon senso guidato da una necessità religiosa non fosse tanto buono, come abbiamo potuto leggere negli articoli precedenti ci sono state varie persone multate per questo. Va sottolineato che il prodotto halal nasce da un bisogno religioso. In questi giorni tutti i centri di culto sono chiusi, anche gli avvenimenti più importanti.

Il discorso potrebbe essere lineare, non fare una piega, anche nei paesi laici, possiamo vedere scelte che sono volte a venire incontro alle esigenze religiose, specialmente quando si parla di un numero di fedeli significativo, la stessa comunità europea si è espressa in merito a questioni religiose, vedi macellazione rituale (reg. CE 1069/09), il fedele non è libero di soddisfare il bisogno primario di cibarsi di prodotti leciti, la realtà è che il prodotto halal non esiste giuridicamente anche se esiste una regolamentazione europea per produrlo, e qui entra in controsenso, esiste la legge ma non viene riconosciuto. In questo in cui la riflessione e l’introspezione sono amplificati, abbiamo l’opportunità di renderci conto dell’importanza di alcune piccole cose, spesso sottovalutate ma che si rivelano fondamentali quando viste su più larga scala. Un riconoscimento del cibo halal non avrebbe creato questa situazione grottesca in cui ci troviamo, in cui il bisogno primario di mangiare viene applicato in forme e modalità differenti sulle persone, e renderebbe più semplice sopratutto agli organi di controllo, capire che la necessità di tale tipologia di prodotto è più che necessaria ai milioni di musulmani che vivono in Italia.

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