Germania, il Governo indica le linee per l’integrazione dei musulmani

Horst Seehofer

Alcune organizzazioni tra le più conservatrici dei musulmani attive in Germania rifiutano la proposta di integrazione dell’Islam in terra tedesca, accusando le autorità nazionali di voler creare un “islam tedesco. Il Governo, tramite il ministro dell’Interno Horst Seehofer, nella Conferenza Islamica Tedesca ha indicato alcune linee guida per arrivare al riconoscimento e alla ratificata del dialogo tra musulmani (4,5 milioni le presenze in quel Paese) e società tedesca, ma a patto che la Conferenza Islamica della Germania sia improntata ad una maggiore indipendenza dai finanziamenti stranieri per moschee e imam.

L’ANMI (Associazione Nazionale dei Musulmani Italiani) condivide appieno ciò che il ministro tedesco ha illustrato in sede di conferenza stampa e rifiuta il ruolo di tanti autoproclamatisi imam fai da te presenti nei Centri islamici. Infatti, Imam che si definiscono di Roma, Milano, Napoli, Lecce o Trento in realtà non esistono.

Come sottolinea l’associazione, è bene sapere che le autorità religiose nell’Islam sunnita e nei Paesi musulmani non hanno figure religiose come, ad esempio, può essere un vescovo in una città italiana. Da qui l’invito dell’associzione rivolto a media, istituzioni locali e nazionali di disconoscere tale classificazione.

Una vera integrazione dell’Islam in Germania, come in Italia, si ottiene con guide religiose formatesi in Europa e che riconoscano, oltre l’apprendimento della lingua, l’ordinamento giuridico e la Costituzione dello Stato di cui si vuol far parte.

Ecco perché, al contrario, l’ANMI appoggia l’osservanza delle norme statutarie delle associazioni islamiche, il ricambio generazionale, la trasparenza reale dei bilanci dei centri islamici e l’accessibilità a quanti ne vogliono chiedere verifica. Per queste ragioni, è quanto mai opportuna la tracciabilità e la chiarezza dei finanziamenti, col ridimensionamento delle sovvenzioni estere, e lavorare per un’autonomia dei musulmani in ciascun Paese europeo. Chi si oppone, infatti, non vmira allo sviluppo e alla coesione con il resto della società.

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