Francesca e il suo strano amore a distanza

Silhouette of a angry woman and man on each other.

Questa è la storia reale di una ragazza come tante che decide di intraprendere relazioni virtuali sui social network. Francesca (nome di fantasia) è nata in una città del Sud Italia nel 1985; lavora come truccatrice e nella sua vita ha avuto una sola storia d’amore finita con un tragico addio. Ma la vita continua. Un giorno, navigando su internet, riceve una notifica da un ragazzo pakistano che stando alle informazioni del suo profilo, viveva nella sua stessa città e, per curiosità, accetta la richiesta.

Da lì inizia una comunicazione costante con quel ragazzo e, non parlando inglese, l’aiuto del traduttore di Google, pur nella sua inesattezza, risulta fondamentale.

Col passare del tempo, la conversazione dà i suoi primi frutti, ma anche i primi problemi: da una parte nasce un sentimento, dall’altra si scoprono le prime difficoltà. Infatti, il ragazzo non vive nella sua città, ma nel suo Paese di origine, la differenza di età di due ragazzi provenienti da parte opposte del mondo inizia a pesare: avendo lei 34 anni e lui 23 iniziano i primi bisticci, per una festa, il saluto ad un amico, e così via.

Passa quasi un anno tra alti e bassi, e la “coppia” inizia ad avere ulteriori problemi: “Tutto è iniziato dopo un mio regalo – afferma la protagonista della vicenda – ossia quando ho inviato dei soldi per permettergli di comprarsi un cellulare, ma da lì sono iniziati i litigi per le incomprensioni linguistiche, ma soprattutto culturali”.

Per Francesca risulta difficile concepire una cultura che non conosce, se non marginalmente. Chiede ai suoi amici pakistani se è veramente cosi difficile che una persona di origine pashtun e che vive a Peshawar possa sposare una ragazza fuori dalla propria nazione. Le risposte sono discordanti: c’è chi dice di sì, chi invece afferma di no. C’è poi chi le dice che i pasthun non fanno matrimoni al di fuori della famiglia e c’è le spiega che dipende tutto dalle famiglie.

Ho un dubbio – ripete costantemente Francesca – e cioè che non mi ha mai mostrato la sua famiglia, né sua madre, né le sue sorelle. Non so se è una cosa normale… I miei amici dicono di no! Alle mie pressanti domande risponde che Lì da loro sia normale, ma perché i miei amici pakistani mi dicono che invece non è affatto così?”

Il tempo trascorre tra più bassi che alti, con Whatsapp e facebook bloccati e sbloccati più volte. All’alba del secondo anno, Francesca prende una decisione: andrà a incontrarlo, farà lei il viaggio e ci dice: “Ho voglia di una famiglia, so che non potrebbe essere quello giusto, per via di tanti fattori, dalla lingua alla cultura che non conosco, ma voglio provarci, non andrò a sposarlo ma a conoscerlo personalmente,  perché sono stanca di piangere per quelle litigate a distanza e per un ragazzo mai visto”.

Ha l’ansia, ci confessa. Mille dubbi la assalgano: potrebbe essere già sposato? E se non si presentasse? Francesca ha deciso di partire a dicembre. Al suo ritorno vi racconteremo come è andata…

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