Floyd, imam di Minneapolis stilano richieste per mettere fine agli scontri: “Black lives matter!”

“Black lives matter”,  anche “le vite dei neri contano”, cosa che sembrerebbe scontata e così non è, come bruscamente gli Stati Uniti, ma soprattutto il mondo intero si sono ricordati dopo il crudele assassinio dell’afroamericano George Floyd, ucciso lo scorso 25 maggio, dopo che il poliziotto Derek Chauvin gli si era inginocchiato sul collo per immobilizzarlo e togliendoli di fatto il respiro. “I can’t breathe” sono state le ultime, ripetute e strazianti parole dell’uomo, tanto da essere diventate lo slogan delle proteste divenute man mano più violente a Minneapolis e Saint Paul, le “città gemelle” capitali del Minnesota.

Le Twin Cities sono composte da particolari etnie, che farebbero sperare in un miracolo di dialogo e interazione, ma a quanto pare non è così: si va da originari della Scandinavia fino alla più alta concentrazione di somali musulmani negli Usa, tanto da essersi meritate l’appellativo di Little Mogadishu.

La disperazione dei cittadini, in particolare degli afroamericani, ha portato a diversi danni, primo fra tutti l’incendio dei distretti di polizia, nonostante i poliziotti che hanno partecipato all’azione in cui Floyd è morto siano stati sospesi e sotto indagine Fbi e nonostante le decisioni delle autorità cittadine, intese a buttare acqua sul fuoco.

Ritorna un altro slogan, quel “black lives matter” che è anche l’auspicio conclusivo delle proposte concrete che la Muslim American Soiety e del Consiglio per la Fede del Minnesota, tramite le parole di quello che è rispettivamente il direttore esecutivo e il consigliere dei due enti, il rispettato imam Asad Zaman sullo StarTribune.

Di seguito la traduzione dell’articolo recante le proposte per la pace sociale in tutto il Paese.

“Per porre fine al modello di violenza, è necessario un programma di riforma tangibile. Dobbiamo porre fine alle uccisioni di uomini di colore da parte della polizia.
Come la maggior parte delle persone di coscienza, ho guardato il video della morte di George Floyd con orrore.

In pochi istanti, i messaggi di angoscia hanno cominciato ad arrivare dai membri della mia moschea multirazziale e multiculturale, molti dei quali vivono e lavorano a Minneapolis:

‘Come è potuto succedere? Cosa possiamo fare? Quando finirà?’  e altre espressioni di dolore, dolore e shock.

Funzionari eletti da entrambe le parti hanno espresso un dolore e una determinazione simili per evitare che questo orrore si ripeta. Abbiamo visto questo modello di violenza della polizia contro i neri persistere per secoli. E così, mentre elaboriamo e piangiamo quest’ultima tragedia, dobbiamo guardare a quali passi tangibili possono essere fatti per smantellare la discriminazione di lunga data che purtroppo dilaga nel nostro sistema giudiziario.

Il Corano ci insegna che salvare una sola vita è salvare tutta l’umanità. Come imam in una moschea diversa, lavoro con, prego con e do consigli ai congregati neri  che ogni giorno sono costretti a vivere nella paura della violenza della polizia – le cui vite sono trattate come usa e getta dal nostro sistema giudiziario.

Per proteggere i membri della mia comunità di Minneapolis e gli afroamericani in tutto il Paese, offro i seguenti suggerimenti per il cambiamento:

1) Richiedo ad ogni agenzia di polizia di adottare politiche di uso della forza coerenti con lo standard della “forza minima” invece dell’attuale standard “obiettivamente ragionevole”.

2) Cambiare lo standard per il perseguimento di omicidi da parte di agenti di polizia in modo che non possano sfuggire alla giustizia a meno che non abbiano chiaramente dimostrato l’uso di tattiche di de-escalation, ragionevoli alternative alla forza letale e proporzionalità.

3) Dare mandato a tutti gli agenti di polizia di intercedere, prevenire l’uso eccessivo della forza, fornire assistenza medica e segnalare l’uso eccessivo della forza ai supervisori.

4) Dare al Minnesota Board of Peace Officer Standards and Training (POST) il potere di auto-avviare indagini sulla cattiva condotta della polizia. Consentire ai cittadini di presentare denunce al consiglio del POST, e rendere il consiglio del POST soggetto alla supervisione e al richiamo dei cittadini.

5) Annullare l’arbitrato obbligatorio nei casi di licenziamenti per cattiva condotta della polizia. Rendere le disdette della polizia a discrezione del capo della polizia e del sindaco, e rendere le loro decisioni impugnabili al Consiglio comunale locale, rimettendo così il potere ai cittadini locali.

6) Vietare ogni formazione di polizia con le forze armate e i servizi segreti stranieri.

7) Richiedere a tutti i dipartimenti di polizia di dedicare il 30% della parte superiore del loro sito web alla vita e alle storie delle persone uccise dalla polizia.

8) Richiedere che l’1% del budget di ogni dipartimento di polizia sia destinato alla formazione per la riduzione dell’escalation. Esigere che un ulteriore 1% del budget del dipartimento di polizia sia destinato a corsi di formazione per ogni agente coinvolto in un incidente mortale, fino al 10%.

Il governatore e la direzione legislativa devono convocare immediatamente una sessione speciale della legislatura per affrontare questi problemi e sostenere l’adozione di queste iniziative. La morte di neri americani per mano della polizia è un’emergenza sanitaria pubblica e deve essere trattata come tale.

Inoltre, questa ricerca della giustizia deve essere olistica e dobbiamo chiedere che le politiche antirazziste siano adottate non solo dalle istituzioni statali, ma anche all’interno delle nostre case. Dobbiamo praticare ciò che predichiamo con i nostri figli e con la comunità.

Il razzismo non è un tratto nato – viene insegnato. Nei miei anni come leader di fede, attivista della comunità e sostenitore dell’uguaglianza, sono fermamente convinto che l’amore e la comprensione possono sopraffare qualsiasi odio, e che siamo uno stato che riflette il cambiamento e la diversità.

Questo non è ciò che siamo e non è ciò che predichiamo.

Dobbiamo rispondere a questo momento restando solidali con i nostri fratelli e sorelle neri a Minneapolis e in tutto il Paese – chiedendo riforme basate sullo Stato e creando un cambiamento positivo nelle nostre case.

Tutto il Minnesota sta guardando. Creiamo un Minnesota più giusto, dove la vita dei neri sia finalmente importante”.

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