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Salvini contro la festa di Ramadan della scuola milanese

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha espresso forte dissenso nei confronti della decisione dell’istituto statale ‘Iqbal Masih’ di Pioltello, nel Milanese, di chiudere la scuola in occasione della festa di fine Ramadan. Salvini ha criticato questa scelta definendola inaccettabile e contraria ai valori, all’identità e alle tradizioni italiane ed europee. L’istituto, intitolato al bambino pakistano ucciso a 13 anni diventato simbolo della lotta al lavoro minorile, ha preso questa decisione considerando la presenza di molti studenti di religione islamica.

For the first time in Italy, a school closes for Ramadan celebration

The decision of the school to close during Ramadan sets a precedent in Italy. On Wednesday, April 10th, all schools of the Iqbal Masih Comprehensive Institute in Pioltello (Milan) will remain closed to allow Muslim students to celebrate the end of fasting without missing classes.

This initiative, occurring for the first time in the country, demonstrates the spirit of cultural integration promoted by Iqbal Masih, led by headmaster Alessandro Fanfoni and supported by the teaching staff. The decision to close the school for Ramadan was unanimously approved by the School Council last May, in line with the approval of the school calendar.

Considering that 40% of the school’s students are Muslim, many of them would have opted for absence during the religious holiday regardless. The school has utilized three discretionary vacation days, in addition to those established by the Regional Education Office, to ensure closure on April 10th.

To accommodate this decision, some schools began the academic year one day earlier than usual, anticipating the holiday for the end of Ramadan. Although the date of the celebration is not fixed and is confirmed later, families were informed of the decision well in advance.

Per la prima volta in Italia, scuola chiude per la festa del Ramadan

La decisione della scuola di chiudere durante il Ramadan segna un precedente in Italia. Mercoledì 10 aprile, tutte le scuole dell’Istituto Comprensivo Iqbal Masih di Pioltello rimarranno chiuse per consentire agli studenti musulmani di celebrare la fine del digiuno senza perdere le lezioni.

Questa iniziativa, che si verifica per la prima volta nel paese, dimostra lo spirito di integrazione culturale promosso dall’Iqbal Masih, guidato dal dirigente Alessandro Fanfoni e supportato dal corpo docente. La decisione di chiudere la scuola per il Ramadan è stata approvata all’unanimità dal Consiglio d’Istituto lo scorso maggio, in linea con l’approvazione del calendario scolastico.

Considerando che il 40% degli studenti della scuola è di fede musulmana, molti di loro avrebbero comunque optato per l’assenza durante la festività religiosa. La scuola ha utilizzato tre giorni discrezionali di vacanza, aggiunti ai giorni stabiliti dall’Ufficio Scolastico Regionale, per garantire la chiusura il 10 aprile.

Per adattarsi a questa decisione, alcune scuole hanno iniziato l’anno scolastico un giorno prima del solito, prevedendo così la vacanza per la fine del Ramadan. Anche se la data della celebrazione non è fissa e viene confermata solo in seguito, le famiglie sono state informate della decisione con largo anticipo.

La mia esperienza con il Ramadan in Giappone

Il Ramadan è il mese più sacro dell’Islam. È quando milioni di musulmani digiunano, pregano e riflettono. In Giappone, osservare il Ramadan può essere difficile, considerando lo status islamico come minoranza. Come musulmano proveniente dall’Indonesia e ora residente in Giappone, rispettare il Ramadan è diventato un misto di introspezione e di dover discernere un nuovo contesto culturale.

Tra il Ramadan in Indonesia, con le chiamate della moschea che echeggiano al tramonto, e la mia attuale vita in Giappone, mi trovo in un viaggio di sviluppo spirituale e personale. In questo articolo, condividerò la mia esperienza personale nel celebrare il Ramadan in Giappone.

Prepararsi per il Ramadan in Giappone

La mia sfida più grande durante la preparazione per il Ramadan è stata trovare cibo halal. Questo mi ha spinto a cercare aziende locali, che successivamente si sono rivelate un buon modo per integrarmi nella cultura giapponese. Ho capito che i giapponesi sono particolari riguardo all’origine e alla preparazione del cibo, e nel farlo, ho scoperto l’opportunità di esplorare cibi certificati halal e ingredienti confermati halal come la salsa di soia di Kikkoman.

Ho persino preparato piatti giapponesi che potevano essere adattati ai menu per iftar (la rottura del digiuno) e suhoor (pasto mattutino prima del digiuno). Ho fatto sushi e karaage (pollo fritto giapponese) con pollo e farina halal accoppiati con sambal (salsa di peperoncino indonesiana). È stato divertente unire i sapori indonesiani alle delizie giapponesi.

Digiunare in Giappone durante il Ramadan

A differenza dell’Indonesia, dove le ore di digiuno rimangono relativamente consistenti anno dopo anno, le ore di digiuno in Giappone variano significativamente con le stagioni. Ad esempio, se il Ramadan cade in estate, il tempo di digiuno sarà più lungo. Tuttavia, non ho ancora realmente sperimentato una differenza sostanziale nelle ore di digiuno, poiché la mia osservanza del Ramadan in Giappone finora è avvenuta solo all’inizio della primavera, quando le ore di digiuno non sono molto diverse da quelle in Indonesia, per circa 13 ore.

Il Ramadan in Giappone è come un altro giorno. Non c’è una festività del Ramadan e non c’è una riduzione dell’orario di lavoro come in Indonesia, dove alcune aziende potrebbero avere ridotto l’orario di lavoro. I nostri amici giapponesi continueranno a mangiare e bere davanti a noi come al solito. Tuttavia, ho scoperto che questi momenti hanno rafforzato la mia affinità e il senso di appartenenza alla mia fede.

Vivere l’iftar sotto un albero di sakura in fiore è stata un’esperienza che per me era unicamente giapponese. Ha aggiunto uno strato di serenità e bellezza alle mie riflessioni sul Ramadan, fondendo la contemplazione spirituale con il piacere estetico della stagione dei fiori di ciliegio.

Al Marocco i Mondiali femminili under 17

La FIFA ha recentemente annunciato un importante cambiamento nel panorama calcistico giovanile femminile. I Mondiali Femminili Under 17 avranno ora cadenza annuale anziché biennale, ampliando così le opportunità per le giovani talentuose di tutto il mondo di competere a livello internazionale.

Inoltre, la FIFA ha designato il Marocco come sede delle prossime cinque edizioni dei Mondiali Femminili Under 17, dal 2025 al 2029. Questa decisione è stata accolta con grande entusiasmo dalla comunità calcistica marocchina e rappresenta un importante passo avanti nella promozione del calcio femminile nel paese nordafricano.

Il Marocco si prepara dunque ad accogliere i migliori talenti giovanili femminili provenienti da tutto il mondo, offrendo loro un palcoscenico internazionale di prestigio per mettere in mostra le proprie abilità e competere per il titolo mondiale.

Questa decisione della FIFA rappresenta un ulteriore impegno verso la promozione e lo sviluppo del calcio femminile a livello globale, fornendo alle giovani atlete opportunità di crescita e di realizzazione nel mondo dello sport. Con l’assegnazione delle prossime cinque edizioni dei Mondiali Femminili Under 17 al Marocco, il calcio giovanile femminile si prepara a vivere una nuova era di successo e visibilità.

Fiorentina – Maccabi Haifa. Fischi per gli israeliani

La partita tra Fiorentina e Maccabi Haifa si è conclusa con un pareggio che ha garantito alla Fiorentina l’accesso ai quarti di finale della Conference League. Tuttavia, oltre al lato puramente sportivo, la sfida ha raccontato anche un’altra storia di non minore importanza.

I dissapori tra i giocatori israeliani e la Curva Fiesole sono stati messi sotto la lente d’ingrandimento. La Curva Fiesole è stata accusata di fischiare gli avversari della Fiorentina per ragioni politiche legate al conflitto in corso tra Israele e Palestina.

Questi momenti di tensione si sono protratti anche dopo il triplice fischio, coinvolgendo alcuni membri dello staff tecnico del Maccabi Haifa, visibilmente irritati dall’atteggiamento della tifoseria viola che si schierava con la popolazione palestinese.