Elezioni in Tunisia, seicento osservatori per far sbocciare la democrazia

Sami Ben Yahia è coordinatore regionale dell’associazione Atide (Association tunisienne pour l’intregrité et la démocratie des elections) e del governorato di Manouba, quindi responsabile della sicurezza della chiamata alle urne di oltre sette milioni di tunisini per il rinnovo del loro Parlamento. Il secondo turno delle elezioni è previsto per il 13 ottobre, il primo si è svolto ieri. Un’occasione per stabilizzare il Paese, e di riflesso il Nord Africa.

«Siamo dislocati in tutta la Tunisia in 24 governorati, siamo seicento osservatori ripartiti sul territorio – spiega Ben Yahia -. Ho cinquanta osservatori nella Manouba per seguire e osservare tutto il ciclo elettorale». Elezioni importanti, perché «siamo ai primi passi per la democrazia», quindi la sicurezza del voto fondamentale. «Speriamo che tutto vada bene: siamo qua per osservare queste elezioni e assicurare che tutto si svolga regolarmente», l’auspicio di Ben Yahia.

Cosa potrebbe cambiare per la Tunisia? «C’è molto da cambiare. La gente che si è presentata alle elezioni è nuova relativamente alla politica, allora è in atto un cambio, speriamo che ci sia un nuovo respiro».

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