Dazi Usa-Cina, cosa dice l’accordo

Usa-Cina

Salutati con grande enfasi da Donald Trump, aspramente criticati dagli analisti e trattati come ordinaria amministrazione, sono arrivate ieri le ratifiche per la Fase 1 degli accordi commerciali tra Usa e Cina. Accordi molto deboli secondo molti, tanto da costringere il presidente degli Stati Uniti a specificare che presto sarà a Pechino per la Fase 2. Questi accordi iniziali, però, daranno sollievo alle aziende e smorzeranno la tensione che si è creata negli ultimi anni tra le due superpotenze.

Ma cosa prevedono i testi degli accordi?  Facilitare l’economia ovunque nel mondo, in particolare l’import in Cina dei prodotti agroalimentari a stelle e strisce con la cruciale questione della cosiddetta “montagna di soia” prodotta negli Usa e abbondantemente consumata in Cina. Dal canto loro gli americani abbasseranno notevolmente i dazi sull’import dagli orientali. Particolarmente delicata la questione della proprietà intellettuale dei prodotti e delle tecnologie americane, soprattutto quando queste decidono di aprire nel Sol Levante, trovandosi spesso costrette a cedere al governo cinese la quasi totalità delle proprie procedure.

Per molti, come per il Financial Times, l’accordo rappresenta una momentanea tregua in una “guerra” commerciale che lascia comunque i Paesi in rapporti peggiori di quanto non fossero all’inizio del mandato di Trump. Le tariffe doganali, per esempio, sono salite dal 3 al 20 per cento e lo stesso, in proporzione e avvenuto per l’export verso Pechino, senza contare che la manifattura americana resta in crisi e recede anche l’economia cinese.

 

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