Da kash malak a scacco matto. L’italiano è una lingua solo neolatina? (2)

(segue)

Grammaticalmente è molto simile al latino, con le forme duali e i verbi irregolari, ma ha moltissimi termini che hanno quasi lo stesso significato ma differente con leggere sfumature secondo ciò che si voglia rappresentare, e sua caratteristica è che la stragrande maggioranza delle sue parole deriva da una radice triletterale: aggiungendo suffissi, interfissi e prefissi si forma tutto l’insieme del lessico di uso comune.

L’italiano è venuto in contatto con l’arabo non di recente, come qualcuno crede, ma sin dai tempi antichi, per motivi commerciali, vedi le repubbliche marinare che per forza di cose commercializzavano con il mondo musulmano, e non ultima per importanza, la colonizzazione della Sicilia, che poi in seguito ha fornito con i suoi poeti, la basi della lingua italiano che oggi noi parliamo.

In Sicilia i musulmani crearono un emirato e governarono per ben oltre due secoli. Si nota ancora oggi se si cammina per i vicoli delle città della Trinacria il profumo che riporta a quei mondi lontani, il suono delle parole molto simili all’arabo e il cibo che è chiaramente influenzato da quella dominazione.

I musulmani, non dimentichiamo, introdussero e svilupparono molte scienze moderne, tra cui l’algebra, la medicina, la fotografia, la chimica, l’idrica, rudimenti d’informatica e molti prodotti che noi usiamo è grazie alla loro inventiva: i bisturi, gli orologi, il sapone e l’esempio più comune che ha completamente cambiato il modo di pensare è stato l’apporto dello zero. Proviene dall’arabo صفر ( pronuncia sifar) venne dapprima tradotto in zefir, poi zephirun e in ultimo zero.

Altri vocaboli come cifra, proveniente sempre dalla parola صفر , sifar diventata cifra;

Il termine “x”, il segno matematico per indicare l’incognita, deriva dalla parola araba شيء , pronuncia shay’, che significa cosa. Veniva usata di tale parola solo la shin ش da pronunciarsi shin sorda, era usata come abbreviazione per indicare l’incognita nei testi di algebra. Il suono shin muto in spagnolo antico e portoghese, s’indica con la lettera x. Il primo a diffonderlo in occidente fu Fibonacci, che nel suo Liber Abbaci usò questo simbolo che poi si diffuse in tutto in tutte le comunità matematiche.

Il termine algoritmo, usato nell’informatica, indica un procedimento, un calcolo per da seguire, con tutte le causale variabili, nello sviluppo di un procedimento, e il primo a fare uso di questo sistema, quindi ad inventarlo, fu un matematico inventore musulmano: al-Khwarizmi.

Cosi il termine “assassino”, deriva dalla parola araba حشيشية pronuncia hashishiyya ossia letteralmente fumatore di hashish. Questo termine fu preso dagli adepti del gruppo ismailita dei Nizariti di Alamut in Persia. Questi seguivano alla lettera gli ordini del loro capo che spesso erano di ammazzare persone da politici importanti a semplici cittadini, ed erano pagati per questo, e si dice che essi, prima di compiere queste imprese, facevano uso di hashish in grande quantità in modo da non aver rimorsi o ripensamenti. Da qui il termine hashishiyya in senso denigratorio verso questa setta.

Cosi altre parole prese dall’arabo come:

ammiraglio da amir  da امير  (amir) che vuol dire principe;

magazzino da مخزن (mukhzin) negozio, quindi il termine derivato in magazzino;

sciroppo da شراب (shurub), quindi bevanda che si beve.

Di seguito alcune parole derivanti dall’arabo:

algebra da الجبر (algiabir);

ambra da عنبر (anbar);

caffè da قهوة (qahua);

cammello da جمل (giamal);

canone da قانون (qanun);

carciofo da خرشوف (kharshuf);

coppa da كوب (kub);

cotone da قطن (qathun);

gatto da قط (qat);

giraffa da زرافة (zirafa);

limone da ليمون  (limun);

meschino da مسكين  (miskin);

riso da أرز (‘arz);

sapone da صابون  (sabun);

sandalo da صابون  (sandal);

scacco matto da كش ملك (kash malak)

tazza da طاسه (tasah);

toro da ثور  (thur);

zucchero da سكر  (sakar);

Dire che l’italiano è solo una lingua neolatina, è negare l’evidenza?

 

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