Da kash malak a scacco matto. L’italiano è una lingua solo neolatina? (1)

La lingua araba è di antica origine semitica, che ha avuto il suo sviluppo nella forma migliore nel periodo che va dal V al VI secolo DC con la venuta della Rivelazione al profeta Muhammad, pace su di lui.

Le prime tracce della sua scrittura si confondono con quella dei Nabatei, nel nord della penisola araba, presa dai commercianti di Makkah, per favorire ancora di più i loro commerci. Anche se vi è un’altra ipotesi che la collocherebbe tra le scritture dei Lahamidi, abitanti primordiali del centro della penisola araba.

Inizialmente tale scrittura non era come oggi possiamo vederla, non aveva i segni delle vocalizzazioni e i punti diacritici. Essi furono aggiunti successivamente l’insegnamento del Corano, in quanto nuove popolazioni si avvicinavano alla lettura del Libro Sacro e non essendo arabofone non recitavano perfettamente la liturgia e di conseguenza non si potevano capire le parole. Il califfo Abd-Malik, omayyade, fece aggiungere le vocalizzazioni, i punti e la lettera hamza. Qualche decennio prima, fu il terzo califfo Uthman a fare scrivere i versetti della Rivelazione in un libro, diventato il Sacro Corano.

Fu la lingua degli intellettuali di tutto il mondo conosciuto all’epoca, dato che i musulmani erano dediti allo sviluppo della propria conoscenza e tradussero dall’antico greco moltissime opere fino ad allora sconosciute o non tradotte in latino e tutti gli intellettuali dell’epoca lo studiavano per apprendere le nuove e innumerevoli scoperte o le moltissime traduzioni di testi greci e indiani. Prese il posto delle lingue della “jahiliyya”, ossia prima della rivelazione, che tutt’ora sopravvivono con influenze arabe, appunto, come lingue ufficiali dei paesi musulmani. Il marocchino non è arabo ma è simile all’arabo, come lo è simile l’egiziano, il tunisino, il qatarino, il saudita, l’iraqeno. I dialetti più vicini all’arabo classico sono quelli della Palestina, Giordania e Siria.

Come l’arabo ha influenzato i dialetti di quei territori che furono conquistati dai primi musulmani, l’ha fatto anche con altri linguaggi che sono venuti in contatto con i musulmani sia per motivi commerciali, sia di guerra o solamente per motivi di scambio intellettuale. In Europa siamo pieni di segni di “arabizzazione”, non solo nel cibo, nell’architettura, nella moda, ma soprattutto nelle parole: nel linguaggio.

(continua)

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