Covid-19, i musulmani vicentini chiedono spazi cimiteriali

Riceviamo è pubblichiamo la lettera aperta di Ouanit Mustapha, cittadino vicentino con un Master in Studi sull’Islam d’Europa.
“Premessa la totale indifferenza a qualsiasi appartenenza politica che, teoricamente, in questi momenti di pandemia, non dovrebbe avere un colore politico e nell’eventualità che qualche musulmano vicentino possa perdere la vita in questo periodo di emergenza, in cui il trasporto di una salma dall’Italia verso i paesi di origine, che sembra essere diventato davvero complicato e proibito in alcuni casi, come il caso del Marocco, la comunità musulmana vicentina, consapevole di questa difficoltà, chiede al Sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, che si velocizzino le procedure burocratiche già iniziate con la giunta di Varieti, il nuovo segretario al Ministero dell’Interno, e che si riservino, il più presto possibile, degli spazi nei cimiteri della città e provincia per potere affrontare la casistica emergenza che sta seminando il panico dappertutto in Italia.
Ma quanti sono, davvero, i cimiteri islamici in Vicenza e provincia ? Beh, uno spera sempre che siano almeno pochi, perché questo vuol dire che si muore meno…ma a dire la verità in questo momento di emergenza, è che non ce n’è neanche uno.
Due dati, per la giunta comunale di Francesco Rucco, da prendere in considerazione: il numero dei musulmani a Vicenza e provincia, che sono circa 20.000 persone. E poi l’emergenza per il CoVid-19,  che ha toccato anche la comunità musulmana, come tutti, a Bergamo, Piacenza, Brescia.
Dati che disegnano chiaramente un grosso problema non solo per la comunità musulmana vicentina, che in questo momento credo non sia pronta per affrontare un’emergenza del genere, ma anche per il  Comune di Vicenza, perché un posto per tutti i defunti di fede islamica – anche a voler essere ottimisti su tutto il territorio della provincia di Vicenza- evidentemente, non c’è.
La Costituzione italiana, come sappiamo tutti, prevede il diritto di culto come prevede anche la possibilità per gli appartenenti a tutte le religioni di essere sepolti secondo il proprio rito. La  risposta della nuova amministrazione alla concessione di un terreno idoneo per la sepoltura delle salme di fede musulmana, fino a oggi, continua a rimanere inattesa.
Si tratta, comunque, di una scelta politica locale, e non nazionale, che il Comune dovrebbe iniettare, il più presto possibile, nel suo ordine del giorno emergenziale, per potere affrontare l’emergenza con una politica seria, inclusiva.
Oggi è qui in Italia che cresce la seconda generazione di immigrati ed è qui che abbiamo bisogno di un luogo per la sepoltura dei nostri defunti. Finora le salme sono sempre state rimpatriate in terra d’origine anche se il rimpatrio ha spese onerose da sostenere e richiede una colletta per pagare le spese del viaggio, che si aggirano intorno ai cinquemila euro, realizzata tra i fedeli alla cerimonia funebre.
‘Guai a chi lavora aspettando le lodi del mondo: il mondo è un cattivo pagatore e paga sempre con l’ingratitudine’ (san Giovanni Bosco)”.
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