Con l’annessione della Cisgiordania del 1 luglio Israele stravolgerà il Medio Oriente

Dal 1 luglio in Medio Oriente si consumerà l’ennesima tragedia compiuta dall’occupante sionista in terra di Palestina: l’annessione di gran parte della Cisgiordania.

È quello che ha intenzione di fare Netanyahu, nonostante  da più parti del mondo si levino proteste: Unione Europea e Regno Unito sono concordi nell’affermare che tale scelta è illegale ed è una violazione del diritto internazionale. Come l’hanno dichiarato esperti delle Nazioni Unite, dicono che non rimarrà più nulla dell’identità palestinese, poiché tale annessione porta ad avere zone separate e lontane une dalle altre con relativa perdita di contatto e unità territoriale.

Questo sistema, che non ha bisogno degli esperti delle Nazioni Unite per spiegarne l’obiettivo finale, porterà alla completa estinzione dei palestinesi in Palestina. Piano ben studiato dal leader del Likud, che è un partito di estrema destra razzista con pensiero dominate sionista.

Anche i governi arabi stanno protestando per le mire espansioniste del governo sionsta, e questo porterebbe a una maggiore instabilità in Medio Oriente, come ha detto il Re Adallah di Giordania. Il Consiglio dei Ministri saudita ha affermato l’assoluto sostegno del regno al popolo palestinese e ha definito i piani di annessione una flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. Mentre il Kuwait, con il delegato permanente presso l’ONU Jamal Al Ghunaim ha riferito che quest’annessione cambierà lo scenario delle terre e delle popolazioni arabe, e riferendosi alla comunità internazionale: “E’ un obbligo che bisogna intervenire per bloccare quest’operazione”.

Diverse nazioni del golfo hanno anche espresso la loro disapprovazione a quest’operazione, sostenendo che per la pace bisogna assolutamente creare i due stati con Gerusalemme Est capitale di Palestina.

Da parte palestinese ci si sta già attrezzando nel caso l’esercito sionista dia atto a quest’azione illegale cercando di proteggere le proprie postazioni e beni palestinesi.

Il primo ministro palestinese Mohammed Shtayyeh ha avvertito che se questo accade vi sarà una “calda estate” in terra di Palestina, e che questo piano è una reale minaccia che può portare ad una situazione incontrollabile in tutta l’area medio orientale.

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